I militanti dello Stato islamico hanno intenzione di utilizzare la Libia come "porta d’accesso" per arrivare nell’Europa meridionale. E’ quanto rivelerebbero dei documenti del gruppo jihadisti portati alla luce dal think tank Quilliam e citati dal quotidiano britannico "The Telegraph". "I jihadisti sperano di invadere il paese nordafricano con miliziani provenienti da Siria e Iraq, in grado poi di attraversare il Mediterraneo come migranti a bordo dei barconi", si leggerebbe in un documento scritto da "un propagandista dello Stato islamico, Abu Arhim al Libim, ritenuto un importante reclutatore online per i terroristi in Libia".
Secondo al Libim, la Libia ha "un immenso potenziale" per lo Stato islamico. Il riferimento, in particolare, e’ alle grandi quantita’ di armi entrate in circolazione nel paese dopo la caduta del regime di Muammar Gheddafi. Inoltre, scrive il jihadista, "la Libia e’ a meno di 300 miglia" dalle coste europee. "Il paese dispone di una lunga costa che guarda verso la sponda meridionale degli Stati crociati, la quale puo’ essere raggiunta facilmente anche attraverso imbarcazioni rudimentali". Al Libi cita anche "il numero di viaggi degli immigrati irregolari", che possono essere "sfruttati strategicamente" per attaccare l’Europa.
IL MINISTRO DELLA DIFESA PINOTTI Intanto in Italia si continua a discutere, in attesa del vertice a Washington che si terrà giovedì e al quale parteciperà anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Roberta Pinotti, ministro della Difesa, spiega che la Libia non e’ un pezzo del califfato, e non deve diventarlo. Il ministro, a Repubblica TV, ha sottolineato come l’Italia abbia posto il problema del fronte sud in passato, in particolare della Libia. Il ministro ha poi aggiunto che "in Libia non c’e’ un’invasione dello Stato islamico, ma possiamo parlare di infiltrazioni, soprattutto a Derna, come a Sirte". "Diversa la situazione di Tripoli, dove abbiamo assistito al terribile attentato all’Hotel Corinthia, significativo perche’ e’ un albergo che solitamente ospita delegazioni diplomatiche internazionali", ha affermato la Pinotti.
"La Libia e’ diventata pericolosa, con l’idea di un terrorismo che si fa stato, un fenomeno nuovo", ha aggiunto il ministro. La Pinotti ha poi parlato delle terrificanti immagini diffuse dalla Stato islamico, che da un lato spaventano e dall’altro contribuiscono anche a far crescere il fenomeno dei foreign fighter, che fortunatamente non riguarda l’Italia. Il ministro ha poi ribadito che l’Italia ha tenuto aperta quanto piu’ possibile l’ambasciata a Tripoli. "La chiusura si e’ resa necessaria quando i rischi si sono elevati a tal punto che una presenza era diventata inutile".
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