Nella prestigiosa sede in Piazza dell’Esquilino 2 a Roma si è snocciolata l’intervista a seguire con l’addetto culturale (incarico designato il 31 marzo scorso) dell’Ambasciata dell’Argentina in Italia: il Cav. Irma Rizzuti. Di origine calabrese, emigrata con la famiglia all’età di sei anni, Irma è la donna che ha fatto la differenza in molti campi. Solo per citarne alcuni è Presidente della FACA, dove ha saputo portare la donna al centro dell’attenzione in una cultura calabrese maschilista.
Politica importante, cantante, attrice e scrittrice. Sarà la donna della svolta che porterà la cultura argentina in Italia sotto una luce nuova e spettacolare. Molto ci si aspetta dal suo nuovo incarico e gli occhi degli addetti alla cultura sono puntati su di lei. Nel futuro si intravedono svariati progetti a 360 gradi. Una donna per le donne passando dal peronismo all’ascesa del Governo Macri. Irma è dotata di grande determinazione e tenacia senza tralasciare simpatia e dolcezza, sarà senza dubbio la persona giusta per la diffusione nella nostra Penisola delle mille sfaccettature di una terra tanto amata, ma conosciuta quasi esclusivamente per il tango argentino. Questa Nazione porta con sè molto di più e vale la pena averne conoscenza.
E’ stata la prima donna ad essere eletta Presidente della FACA: come commenta?
La FACA è la Federazione delle Associazioni Calabresi dell’Argentina. In tutto il territorio ci sono più di 70 Associazioni Calabresi di tutte le Province della Regione Calabria. E’ una gioia ed un onore essere stata scelta come Presidente; per la prima volta una donna! E’ una “terribile” responsabilità perchè necessita gestire questi uomini calabresi che sono duri in prima battuta, ma quando scoprono le capacità di una donna e la conoscono meglio rispettano il suo ruolo.
Quali cambiamenti ha apportato, dopo la sua elezione?
Prima di tutto essere donna significa più tenerezza, più comprensione, quindi c’è maggiore predisposizione per capire le altre donne e metterle al centro della scena. Questo per far capire agli uomini quanto le hanno soppresse durante l’emigrazione avvenuta ormai molti anni or sono. Molti uomini hanno deciso, durante la seconda guerra mondiale, di lasciare l’Italia e precisamente, in questo caso, la Calabria, sottomettendo la loro famiglia. Portare le donne al centro dell’attenzione è stato il mio compito più gravoso e soddisfacente.
E’ una donna poliedrica: politica, artista, attrice, cantante, scrittrice. In quale veste si sente più a suo agio?
Difficile! E’ come scegliere uno tra i propri figli. Da politica quando devo fare un discorso esce per forza anche l’attrice. Quando devo dire delle cose che sarebbe conveniente le censurassi, mi esprimo cantando, così come ho fatto al tempo della dittatura in Argentina. Cantare è stato il mio mezzo espressivo per eccellenza che mi ha permesso di dar luce ai miei pensieri quando facevo anche la politica e quindi non potevo dire certe cose. Ogni sfaccettatura di me mi completa e sono Irma.
Ha sostenuto il peronismo ed è stata ed è ancora una donna importante nella politica dell’attuale Presidente dell’Argentina Mauricio Macri.
Avevo sei anni quando sono emigrata in Argentina dalla Calabria. Provengo da una famiglia dedita alla politica. Ho seguito tanto Peròn ed Eva Duarde Peròn, donna di straordinaria importanza che ha lasciato un segno indelebile. Passando il tempo e facendo esperienza nella politica sono arrivata ad occupare importanti cariche essendo deputato della città di Buenos Aires. E’ poi arrivato il momento in cui la politica mi ha deluso e mi sono ritirata. Me ne sono andata dal peronismo, ma dalle sue strutture non dalla sua ideologia, perchè essere peronista è come essere cristiana, o si crede o non si crede in Cristo. Il peronismo è uno stile di vita, un sentimento forte, e ricordiamoci bene che con Eva ha riscattato i poveri. Successivamente, quando mi sono ritirata, Mauricio Macri, nipote di Tonino Macri che è stato un dirigente “forte” della collettività italiana, dove io ero ben inserita, mi ha chiesto di seguire il nipote che allora stava muovendo i primi passi nella politica. Da subito mi è sembrata una persona sensibile ed intelligente che non aveva niente a che vedere con la politica classica, ma era originale e con tanta voglia di fare. Era un imprenditore che faceva politica ed il suo must era: fare, fare e fare! Con orgoglio posso dire che da dodici anni sono politicamente accanto a Mauricio Macri.
Cosa l’ha delusa della politica e dove ha volto lo sguardo?
Un insieme di cose e poi è fisiologico che arriva il momento in cui ci si stanca di lottare e si ha voglia di altro. Così mi sono data al canto ed ho continuato anche quando è nata la democrazia in Argentina. Sono un’amante del tango argentino, perchè non è solo un ballo, ma racchiude in sè una storia profonda.
Quali sono i progetti culturali che verranno sviluppati qui a Roma in Ambasciata?
Sono molti. La mia mission è diffondere la cultura argentina in Italia che non significa solo il tango, come la maggior parte delle persone credono, o solo Buenos Aires. Questa terra ha molto da far conoscere, dal Nord al Sud. Ci sono canzoni e folclore delle diverse province. Il mio compito è mostrare un’Argentina vera e questo farò con grande determinazione ed entusiasmo.
Una sorta di Verano Argentino in Italia crede si possa fare?
Iniziamo dal Verano Italiano in Argentina che è un progetto che nasce da una mia idea (Settimana della Cultura Italiana); quando ero deputata volevo portare la cultura italiana a Buenos Aires, ne parlai con l’Ambasciatore in carica in quel momento, Giuseppe Scognamiglio (attuale Ambasciatore italiano a Kuwait City) e nacque così Verano Italiano. Ora si pensa ad un progetto con grandi iniziative nel mese di maggio a Roma, poichè per l’Argentina è un mese molto importante, soprattutto dal 18 al 25 maggio, la “Semana de Mayo”, che affonda radici profonde nella storia di questa terra. Tempo al tempo e in Italia si parlerà molto di Argentina.
Quali i progetti imminenti?
Per ora fino a fine dicembre stiamo terminando i vari progetti della gestione precedente. Dal 2017 inizia un nuovo “capitolo” con teatro, musica, concerti, presentazione di libri e tutto ciò che riguarda la cultura e non solo.
Ci racconta del gemellaggio tra la Sardegna e Buenos Aires?
Ero la persona che faceva da collegamento tra Macri che allora era capo del Governo della città Buenos Aires e la comunità italiana. La Sardegna fino ad allora sembrava non fosse annessa all’Italia, bensì uno Stato a sè. Ho parlato con una persona sarda e gli ho chiesto, ma voi non siete nemmeno inseriti nella comunità italiana, come mai? Hai ragione Irma, rispose, ma noi vogliamo essere inseriti. Ho iniziato a lavorare con questo ragazzo nel Circolo dove ho conosciuto altri sardi in Argentina e mi sono stupita perchè era l’unica Regione d’Italia che non aveva un gemellaggio con Buenos Aires. A questo punto sono iniziate le procedure per il gemellaggio e Macri si è recato in Sardegna.
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