L’evoluzione della tecnologia, nella storia, è costellata di drammi: qualcuno osa troppo e ne paga le conseguenze, ma proprio gli insuccessi servono come esperienza vissuta per migliorare il benessere dell’uomo. Fermo restando, pertanto, tale concetto, qualcuno mi sa spiegare “che cosa” ha voluto ricordare l’architetto Eric Kuhne a Belfast con quella sorte di falso, orrendo – per la costruzione e per il significato – Museum, dove nulla è autentico (tranne qualche oggetto recuperato) dedicato al transatlantico Titanic che fu costruito cento anni fa nei cantieri di quella città? Mi domando di cosa vogliano essere fieri quegli abitanti, quei tecnici, quei naviganti, se non di un tragico naufragio costato migliaia di morti, dovuto all’imperizia, superficialità dei marinai ed alla inadeguatezza delle strutture della stessa nave?
D’accordo per l’utilizzazione dell’esperienza, ma quel disastro fu senz’altro colpa della presunzione di essere i più bravi di tutti gli altri, sia nel progettare che nel navigare sicuri per i mari: insomma, fu una vera figuraccia mondiale ed ora si fa un museo a quell’arroganza? E tutto questo per incrementare il turismo locale? E’ un concetto che fa rabbrividire! Se sta bene a loro, non chiedete, però, in Italia, di fare un museo all’isola del Giglio!
Discussione su questo articolo