Irene Pivetti, candidata alla primarie di Noi con Salvini per la corsa a sindaco di Roma, è intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus. Al termine dello spoglio dei voti ai gazebo, Alfio Marchini risulta primo, mentre Irene Pivetti seconda. “Sono orgogliosa – ha affermato Pivetti -. E’ molto bello che queste primarie si siano fatte, perché bisognava far sentire la voce dei romani. Hanno partecipato in tanti nonostante piovesse. Queste primarie sono legittimate, perché tutti hanno potuto esprimersi. Viva le primarie e i romani. A parte quei 30 energumeni che hanno tentato di sfasciare tutto. Che coraggio… Hanno attaccato i gazebo presidiati da due persone anziane”.
La Lega Nord è cambiata rispetto al passato. “La Lega oggi è molto più movimento di opinione – ha affermato Pivetti -. C’è un sentimento di condivisione. Già all’epoca credevo che la Lega avrebbe dovuto diventare questo. Nel ’91 andammo a fare un comizio a Napoli. Ho sempre creduto ad una Lega delle identità. Poi purtroppo ci fu una deriva, con la secessione, e infatti io fui espulsa. Salvini, rendendo di nuovo credibile la Lega sul territorio nazionale, incarna quello che era il progetto iniziale. Salvini l’ho conosciuto adesso perché quando lui stava entrando nella Lega, io ero presidente della Camera, poi sono stata espulsa. Non sono tornata con la Lega, mi hanno fatto questa proposta e io l’ho accettata. La Lega a Roma non c’è mai stata, è chiaro che il Movimento su Roma debba trovare un linguaggio espressivo diverso rispetto a quello di Bergamo”.
Pivetti è romana d’adozione. “Non ho paura di guidare Roma – ha affermato Pivetti -, sento il senso di responsabilità. Sono nata a Milano, ma sono una romana d’importazione. Voglio bene a questa città che mi ha accolto, nonostante all’inizio sia stato un rapporto conflittuale. Roma è senz’altro meno efficiente di Milano, ma ha un tessuto sociale straordinariamente variegato ed accogliente. Certo, dove c’è il potere purtroppo c’è anche il marcio”.
Storace ha ottenuto meno preferenze di lei. “Con Storace ci sentiremo presto – ha affermato Pivetti -. Proverò a esprimermi in romanesco e gli chiederò di cantarmi ‘O mia bella Madunina’. Voglio citare Giovanni Paolo Secondo: ‘Semo romani, volemose bene, damose da fa’. Voglio sentire Storace e Marchini, che hanno creduto a questa consultazione. Il problema non è capire chi fa il capitano, ma chi fa la meglio formazione per vincere questa partita. Deve vincere la gente di Roma”.
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