Cresce la tensione in Iran in vista di un possibile ritorno in piazza dei sostenitori dell’opposizione, in particolare di Mir Hossein Mussavi e Mehdi Karrubi, i due leader del movimento verde agli arresti domiciliari dal 14 febbraio dello scorso anno.
Gli anti-regime starebbero organizzando una manifestazione nella capitale proprio il 14, in occasione dell’anniversario delle misure restrittive imposte ai due leader, e le autorita’ iraniane anticipano che reprimeranno ogni protesta. Lo ha annunciato il governatore provinciale di Teheran Morteza Tamaddon, definendo l’iniziativa una ‘montatura pubblicitaria’.
‘Contrasteremo queste iniziative – ha detto Tamaddon secondo il sito riformista Kaleme – con una piena preparazione e tutti gli apparati di sicurezza pronti’.
Gli arresti domiciliari per i due ex candidati alle presidenziali del 2009, quando vi fu la contestata vittoria di Mahmoud Ahmadinejad, iniziarono esattamente un anno fa, quando questi convocarono una manifestazione a sostegno delle rivolte in Tunisia e in Egitto. Il raduno, preceduto da almeno una ventina di arresti tra gli esponenti riformisti, fu disperso da un massiccio schieramento di forze dell’ordine, che arrestarono brevemente anche Faezeh Hashemi, figlia dell’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, condannata circa un mese fa a sei mesi di carcere e a cinque di bando dall’attivita’ politica.
Se confermato, il raduno di dopodomani seguirebbe di pochi giorni le grandi manifestazioni ufficiali di ieri per il 33/O anniversario della rivoluzione islamica, con centinaia di migliaia di partecipanti nella capitale e nel Paese.
Fra gli utenti di Internet e’ diffusa l’opinione che proprio l’iniziativa dell’opposizione sia all’origine del blocco agli accessi alle proprie caselle di e-mail che si registra da quattro giorni. Secondo il sito Tabnak, vicino al terzo candidato alle ultime presidenziali Mohsen Rezai, oltre 30 milioni di persone non possono accedere ai loro account.
L’agenzia semiufficiale Mehr precisa che sono bloccate tutte le connessioni alle e-mail e ai siti stranieri che richiedano un’identificazione per l’accesso. Secondo quanto riferito all’agenzia dai rappresentanti della Information Technology Organizzation e della Compagnia per le infrastrutture e le telecomunicazioni, nessuno dei due organismi ha a che fare con il fenomeno.
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