E’ la settimana di Natale, gli italiani vorrebbero trascorrere questi giorni nella maniera più serena possibile. Per un attimo vorrebbero concentrarsi sull’affetto nei confronti dei propri cari e non sulla crisi sanitaria ed economica che investe il Paese. E invece si trovano ad avere a che fare con l’ennesima crisi, politica questa volta, che rischia di sfociare in una vera e propria crisi di governo.
Tutto a causa di Matteo Renzi e dei distinguo che da diversi giorni il senatore muove nei confronti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte; il quale, per carità, non sarà certo il premier migliore del mondo, ma – è la nostra convinzione – è di gran lunga il miglior capo del governo che l’Italia abbia avuto negli ultimi anni. L’unica cosa che ci sentiamo di rimproverargli è forse quella di dare troppo ascolto al suo portavoce, Rocco Casalino: ma evidentemente l’avvocato del popolo, come ama definirsi Conte, si fida ciecamente di lui e gli lascia gestire non solo gli aspetti legati alla comunicazione, ma anche quelli più politici. Ma Casalino non è mai stato un politico.
Conte, lo conferma l’ultimo sondaggio Ipsos pubblicato dal Corriere della Sera, ha dalla sua il consenso degli italiani. Questo è un bel vantaggio, anche agli occhi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tuttavia, il premier risulta fortemente antipatico a Matteo Renzi, per i suoi modi di fare, probabilmente perché troppo determinato, troppo poco propenso a coinvolgere le forze di maggioranza nelle proprie decisioni. Ma da qui a dire che Conte è un uomo solo al comando ce ne vuole…
E’ proprio questa l’accusa che gli muove Renzi, quella di decidere tutto da solo. Un Renzi che ha innescato una ormai sempre più probabile crisi di governo. C’è ancora la possibilità di tornare indietro, nonostante tutto?
Dichiara Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva: “Come fa Conte a convincerci di andare avanti? Non è questione di una parole, bisogna ristabilire una collegialità di governo. Sul tema del Recovery oggi il presidente del Consiglio ha ripreso in parte alcune questioni che avevamo posto quando ha detto che le risorse debbano essere allocate con una discussione seria con Comuni, Regioni e opposizione”. Uno spiraglio d’intesa? Martedì la delegazione Iv incontrerà Conte a palazzo Chigi. Staremo a vedere che succederà.
Renzi quando spiega che ci vuole più collegialità sul Recovery non ha del tutto torto; ha le sue ragioni anche quando sottolinea che vanno destinati più soldi alla sanità e al turismo, in ginocchio a causa della pandemia. Ma di certo non può pretendere di dettare l’agenda al governo, quando Italia Viva nei sondaggi ha percentuali da prefisso telefonico, o quasi.
Scrive Wired.it: “La battaglia di Renzi suona profondamente ipocrita”, “la sua forza politica è ormai irrilevante e se non può essere Conte a dettare l’agenda e a prendere decisioni in modo unilaterale, sicuramente non può essere Italia Viva dal basso del suo 2% dei consensi a indirizzare le scelte del Paese”. E poi “se c’è qualcuno che nelle sue precedenti esperienze di premier ha accentrato in modo importante i poteri, quello è proprio Matteo Renzi. La sua esperienza da capo dell’esecutivo si è sempre caratterizzata per un processo decisionale dove le redini erano in mano ai suoi fedelissimi e a lui stesso, se non si faceva parte del cerchio magico era difficile contare qualcosa in termini di scelte”.
Come finirà? Tutti i big politici stanno alla finestra; il centrodestra appare diviso anche su ciò che si dovrebbe fare se scoppiasse davvero una crisi. Berlusconi è disposto a sostenere Conte, per Meloni se fosse crisi si dovrebbe andare a elezioni, Salvini sogna un governo di scopo. A sinistra, Leu taccia di “irresponsabile” Renzi, lo stesso fa il M5S, che si dice contrario a un rimpasto. Nel Pd la tendenza è quella di andare al voto, ma non si capisce se lo dicono per spaventare il “senatore semplice” o ci credono davvero.
Già, perché una cosa è sicura: il Matteo toscano si è ormai giocato il tutto per tutto. Una crisi di governo si sa come comincia e non come finisce. Improbabile il voto anticipato, perché il 30% dei parlamentari andrebbe a casa al prossimo giro. Ma il voto resta comunque una delle opzioni possibili. E se davvero dovesse finire così, se davvero si tornasse a votare, Italia Viva rischierebbe l’estinzione. Renzi lo sa molto bene e fino all’ultimo dovrà tenerlo presente, se non vorrà essere sbranato vivo prima di tutto dai suoi stessi parlamentari.