"Il ddl contro l’intollerabile abuso delle intercettazioni, ora denunciato anche dal Capo dello Stato e dal presidente del Consiglio, va tristemente verso un binario morto, ma almeno sono individuabili i veri responsabili: Pd e Di Pietro, con l’appoggio degli straripanti interventi di Ingroia, primo magistrato che in Italia si e’ messo a far politica indossando ancora la toga". Lo dichiara Antonio Leone (PdL) vicepresidente della Camera. “Il giochetto e’ ormai fin troppo scoperto, con il Pd che affossa ufficialmente il ddl sulle intercettazioni sposando le tesi di Ingroia. Quest’ultimo spara a zero su governo e Parlamento prima di andarsene per qualche mese in Guatemala, da dove ritornera’ ‘purificato’ e pronto per candidarsi alle elezioni. Il tutto – aggiunge Leone – nel silenzio del Csm e in dispregio dei magistrati che amministrano la giustizia con il dovuto riserbo, senza esibirsi sui palcoscenici impropri. In questa totale confusione di ruoli e ambiti istituzionali, speriamo che il governo e il ministro Severino vadano avanti nella riforma della giustizia. Ormai inderogabile: in ‘troppi’ usano le procure per fini di lotta politica", conclude Leone.
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