Roma – L’infertilità, definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità una patologia e come l’assenza di concepimento dopo 12-24 mesi di rapporti mirati non protetti, è un fenomeno in crescita in Italia, che riguarda circa il 15-20% delle coppie, mentre nel mondo, circa il 10%-12%.
Le possibili soluzioni, però, sono poco note alla maggioranza delle persone che ne soffrono.
Solo il 25% degli italiani conosce terapie e interventi per contrastare l’infertilità. Questo a causa di tabù culturali e di uno scarso supporto.
Sono questi alcuni dei dati emersi stamani al congresso nazionale della Società Italiana della Riproduzione (S.i.D.R.), presieduta dal professor Ermanno Greco, organizzato insieme alla Società Italiana Policistosi Ovarica (Sipo), che si è tenuto a Roma, all’università medica internazionale UniCamillus.
I dati sul fenomeno sono contenuti nell’indagine “Il fenomeno dell’infertilità: percezioni e vissuti degli italiani”, realizzata dall’Istituto Piepoli e presentata questa mattina.
Se tra le principali cause di infertilità ci sono l’età avanzata che si registra in Italia al momento del tentato concepimento e problemi non precedentemente rilevati gli italiani pensano che i fattori legati a stili di vita e ambientali siano le principali cause del problema: c’è certamente il tema dell’ età avanzata (39%) ma poi anche gli squilibri ormonali (34%), le malattie pregresse (29%), il fumo (26%), i fattori psicologici e/o emotivi (24%), l’inquinamento, l’abuso di alcol e fattori ambientali (23%).
Dati che evidenziano la necessità di sensibilizzare il pubblico su comportamenti preventivi e sull’importanza di agire in modo tempestivo.
Secondo l’indagine solo il 25% degli italiani si dichiara a conoscenza delle terapie e degli interventi per il trattamento dell’infertilità, tra cui si distinguono le tecniche di procreazione medicalmente assistita (Pma) per il 19%.
Il 74% degli intervistati ritiene che la fecondazione assistita possa dare un contributo significativo, ma sottolineano la necessità di rivedere le normative vigenti, come la legge numero 40, per adeguarle alle nuove esigenze sociali.
In particolare, poco meno di un italiano su due è a conoscenza del fatto che la Pma sia normata da una legge.
Gli italiani chiedono interventi concreti per affrontare il fenomeno, tra cui: facilitare l’accesso alle strutture mediche o centri specializzati attraverso il sistema sanitario nazionale (36%), medici più formati su questa patologia (34%), maggiore presenza di centri specializzati per la cura dell’infertilità e più finanziamenti per la ricerca medica (29%), inoltre educazione nelle scuole sul tema della fertilità oltre a campagne di sensibilizzazione ed eventi dedicati (23%).
Per Greco, presidente della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.) “l’infertilità non è solo un problema medico, ma è una sfida sociale ed emotiva che richiede maggiore attenzione e supporto da parte delle istituzioni e della comunità. È fondamentale abbattere i tabù, migliorare l’accesso alle cure e investire in informazione e prevenzione per garantire a tutte le coppie il diritto di costruire una famiglia. Con una maggiore sensibilizzazione e politiche più inclusive, possiamo dare una risposta concreta al calo demografico che sta interessando il nostro Paese”.
“L’Università UniCamillus è orgogliosa di ospitare il congresso nazionale S.I.d.R. e SIPO, due realtà chiave nel panorama della medicina e ricerca sulla fertilità. I dati recenti evidenziano come l’infertilità sia non solo una sfida medica, ma anche un problema sociale e culturale di grande impatto” ha commentato il rettore di UniCamillus, Gianni Profita.
“In Italia – ha concluso Profita – il 69% della popolazione riconosce l’infertilità come un fenomeno diffuso che coinvolge entrambi i generi, spesso stigmatizzato. È grave che molte persone si sentano sole di fronte alla difficoltà nel concepire. Secondo l’indagine dell’Istituto Piepoli, presentata nel corso del congresso che si svolge in UniCamillus, la maggior parte degli italiani percepisce le cure per l’infertilità come costose e difficili da ottenere, sottolineando l’urgenza di migliorare l’accesso ai trattamenti.
Nonostante la disponibilità delle tecnologie di procreazione medicalmente assistita (Pma), solo il 25% degli italiani ne ha piena conoscenza, confermando la necessità di diffondere una corretta informazione e di promuovere una cultura che superi i tabù sull’infertilità.
In Università siamo impegnati a supportare questi processi di sensibilizzazione e ricerca e siamo particolarmente felici di collaborare con il nostro professore Ermanno Greco, stimato docente di UniCamillus e presidente del Congresso, il cui alto contributo scientifico ha reso possibile questo evento.
In un contesto demografico in evoluzione, con una natalità in calo, il nostro ruolo è di offrire soluzioni e sensibilizzare su temi vitali per la società, qual è certamente quello che incide sul drammatico calo demografico del nostro Paese”.