Non c’e’ fine agli orrori in India contro i bambini: un prete cattolico ha violentato piu’ volte una piccola di 10 anni dopo averla attirata in sagrestia con il pretesto di farle provare degli abiti della Prima Comunione. E’ successo in Kerala, lo stato del Sud dell’India che vanta il piu’ alto tasso di istruzione e straordinarie bellezze paesaggistiche tanto da essere stato battezzato "The God’s Own Country" (lo stato che appartiene a Dio).
Il sacerdote che ha 44 anni e si chiama Raju Kokken, e’ stato arrestato ieri dalla polizia che lo ha rintracciato in casa di un parente nel vicino Tamil Nadu dopo aver fatto perdere le propri tracce in seguito alla denuncia della mamma della bimba.
Lo scioccante fatto e’ avvenuto il 25 aprile nella chiesa di San Paolo nella cittadina di Thaikkattussery. Secondo la ricostruzione della polizia, il prete, un viceparroco, aveva convinto la bimba ad andare nel suo ufficio con la scusa di mostrarle dei vestiti per la solenne cerimonia della Prima Comunione. La violenza sarebbe avvenuta in tre occasioni diverse mentre la piccola, che proviene da una povera famiglia, provava gli abiti. Secondo la madre, l’uomo ha anche scattato foto con il cellulare dopo aver costretto la bimba a denudarsi. Sarebbe stata la vittima a raccontare il suo dramma ai genitori che si sono subito recati alla polizia.
Il prete si trova ora in stato custodia cautelare con l’accusa di violenza su minore, pedofilia e diffusione di materiale pornografico. L’incidente, come prevedibile, ha scosso enormemente la diocesi di Thrissur, dove i cattolici rappresentano il 10% della popolazione. Dopo verifiche interne sull’accaduto, il sacerdote e’ stato sospeso dal servizio. Ci sono state anche diverse proteste per il ritardo della polizia nel prendere provvedimenti dopo la denuncia.
Gli investigatori sono riusciti a scovare il sacerdote soltanto una settimana dopo grazie a una intercettazione del suo telefonino. "Il suo cellulare e’ stato spento per tre giorni, ma poi ha chiamato casa – ha detto un agente – e siamo riusciti a risalire alla sua posizione a Nagarcoil dove e’ stato arrestato". Sempre in Kerala, dove esiste una forte comunita’ cristiana con radici che risalgono, secondo la leggenda, all’apostolo Tommaso, nei giorni scorsi si e’ registrata un’altra violenza. Il 30 aprile, la polizia ha arrestato un pastore di una setta pentecostale, Sajan Mathai, con l’accusa di aver stuprato una adolescente a fine febbraio durante una cerimonia religiosa. Il fatto e’ venuto alla luce perche’ la vittima, che ha 17 anni, si e’ accorta di essere incinta.
I media locali riferiscono anche di un altro pastore, Hunny, di 35 anni, di Thrissur, accusato di molestie sessuali verso una ragazza che soggiornava nel suo centro spirituale a Palakkad. L’uomo avrebbe tentato di avere un rapporto sessuale con lei e poi l’ha minacciata di morte se avesse raccontato l’incidente. Ma la giovane non si e’ fatta intimidire e si e’ rivolta a una organizzazione non governativa locale che ha sporto denuncia a un commissariato locale.
Dopo il brutale stupro di gruppo a una studentessa di New Delhi, morta dopo una lunga agonia nel dicembre 2012, l’India e’ stata scossa da un’ondata di orrende violenze contro donne, tra cui anche turiste straniere, e bambini. Nonostante l’entrata in vigore di leggi piu’ severe, che prevedono fino alla pena di morte, i crimini sessuali non sembrano diminuire.
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