Tonnellate di prodotti alimentari e di alcolici provenienti dall’Unione Europea sono bloccati nei porti indiani perche’ non conformi alle nuove regole in materia di etichettatura. Tra questi ci sono anche 35 container con olio di oliva italiano e spagnolo fermi da circa due mesi a Mumbai. "Queste bottiglie d’olio d’oliva – ha detto Amit Lohani, responsabile del Forum of Indian Food Importers (Fifi), associazione che rappresenta gli importatori di prodotti alimentari – non sono state sdoganate perche’ nell’etichetta non e’ indicato il contenuto di sale. Le autorita’ stanno interpretando alla lettera le normative in materia di sicurezza alimentare, ma spesso e’ impossibile per i produttori adeguarsi perche’ sono troppo stringenti".
”Potrebbe trattarsi – ha osservato dall’Italia l’esperto dell’Unaprol Giulio Scatolini – di una richiesta di applicazione delle ‘etichette nutrizionali’ previste per il 2016 sulla base di un regolamento comunitario del 2011 e che prevedono l’indicazione in chiaro di tutte le voci, ad esempio ‘Cloruro di sodio: tracce o assente’, un po’ come avviene nelle analisi del sangue”. Nel caso del vino o dell’olio si tratta di un unico ingrediente e molti produttori si rifiutano di apporre un’etichetta specifica per il mercato indiano.
"Stiamo cercando di sbloccare la situazione – aggiunge – ma temo che nel frattempo l’olio sia andato a male dopo essere rimasto fermo nei magazzini senza frigo a temperature di oltre 40 gradi".
Da diversi mesi, le autorita’ indiane hanno deciso di applicare con piu’ severita’ i regolamenti in materia di frode alimentare rafforzando i controlli nelle dogane di porti e aeroporti. In particolare, le etichette originali devono essere in inglese e indicare tutti gli ingredienti. Questo ‘giro di vite’ e’ pero’ stato visto come un tentativo di protezionismo commerciale e, di recente, anche come una ritorsione al blocco delle importazioni dei mango di varieta’ ‘Alphonso’ da parte dell’Unione Europea dopo che erano stati trovati alcuni insetti in una consegna (il blocco e’ stato poi revocato).
"Non sono in grado di dare delle stime precise – ha detto Gurdeep Bagga, uno dei principali importatori di vino italiano – ma di sicuro le importazioni dall’Italia e dall’Europa sono state fortemente danneggiate dall’applicazione di queste nuove regole". Il consumo di vino in India cresce del 20-25% all’anno, ma le importazioni sono frenate dai super dazi doganali che sono di circa il 160% e ora anche dalle nuove normative sulle etichette.
"Sono stati fermati anche container di vini italiani, alcuni dei quali sono poi stati successivamente sdoganati" spiega Carmelo Barbarello, addetto commerciale dell’ambasciata d’Italia a New Delhi. "L’Unione Europea, che ha la competenza esclusiva in materia di commercio – aggiunge – sta mantenendo un fitto dialogo sull’argomento con la Fssai (l’Authority per la sicurezza e gli standard alimentari), per cercare di risolvere l’impasse che coinvolge non solo il vino ma, in tema di etichette, tutti i prodotti alimentari esportati in India".
A settembre e’ prevista la visita a New Delhi di una delegazione della Ue per contatti con il nuovo governo di Narendra Modi in cui sara’ discusso anche il tema degli ostacoli commerciali. "Il nuovo governo ha promesso di creare delle condizioni piu’ favorevoli per il business – conclude Bagga – e se vuole mantenere fede alle promesse deve eliminare queste distorsioni e le complessita’ burocratiche che penalizzano le importazioni".
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