Sabyasachi Panda, il comandante maoista divenuto celebre a livello internazionale per aver sequestrato il 13 marzo nello Stato indiano di Orissa gli italiani Paolo Bosusco e Claudio Colangelo, vuole dire basta alla clandestinita’ per continuare la sua battaglia a volto scoperto con il nuovo partito da lui stesso fondato, l’Odisha Maovadi Party. Ma il suo cammino verso la democrazia non appare affatto facile. Alcuni giorni fa, infatti, il comitato centrale del Partito comunista dell’India-Maoista (CPI-M) ha espulso Panda considerandolo colpevole di ‘voler liquidare il partito e il movimento rivoluzionario, abbandonando l’ideologia del marxismo-leninismo-maoismo e l’avanguardia del proletariato’. E secondo i media indiani e’ ormai braccato nella selva dei distretti dell’Orissa sotto il suo controllo da commando maoisti (naxaliti, come sono chiamati in India) inviati dal vicino Andhra Pradesh che operano con l’ordine di eliminarlo fisicamente.
E’ anche per questo forse che la moglie, Subhashree Das (conosciuta con il nome di battaglia di Mili Panda) ha concesso una intervista ad una tv locale rivolgendo un appello alle autorita’ affinche’ concedano a suo marito l’opportunita’ di uscire allo scoperto per continuare la sua attivita’ politica ‘a favore dei contadini e dei gruppi tribali che ha sempre difeso’. ‘Lui – ha sottolineato la donna uscita dal carcere nell’ambito della trattativa per il rilascio di Bosusco – negli ultimi due anni non ha commesso alcun crimine. Percio’ chiedo al governo di abbandonare le denunce formulate nei suoi confronti permettendogli di utilizzare uno spazio democratico per sostenere le sue idee’.
A questo fine Das ha proposto ‘la formazione di una commissione di cui dovrebbero fare parte anche responsabili della polizia, per prendere una decisione’. Il fatto e’ che sulla testa di Panda pende una taglia di due milioni di rupie (30.000 euro) per vari reati, compreso il sequestro dei due italiani. Quindi la polizia continua senza sosta a rastrellare l’area sempre piu’ ridotta delle foreste di Kandhamal e Ganjam in cui si nasconde insieme ad un manipolo di fedelissimi il ‘Comandante Marcos dell’Orissa’, come e’ stato ribattezzato per la propensione all’elaborazione di teorie politiche e sociali. Nei documenti inviati durante le trattative per il rilascio di Colangelo e Bosusco (il primo liberato come ‘gesto di buona volonta” senza contropartite) Panda si e’ detto ‘sostenitore del dialogo’ per risolvere i problemi della povera gente. Da qui apparentemente la decisione di rompere con il suo passato violento e la richiesta di aiuto per cominciare una nuova vita.
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