Gli incendi boschivi e quelli dei campi provocano ogni anno in media la morte di 339mila persone nel mondo. Lo rileva uno studio condotto dall’universita’ della Tasmania pubblicato su Environmental Health Perspectives. Si tratta della prima ricerca condotta assemblando i dati provenienti da ogni parte del mondo riguardanti il periodo 1997-2006. I decessi presi in esame sono sia quelli direttamente derivanti dal fuoco sia soprattutto quelli di chi abita in aree esposte al fumo prodotto dagli incendi. Per identificare tali aree si e’ fatto ricorso ai dati ricavati dalle osservazioni satellitari e a modelli matematici relativi alla mobilita’ delle particelle inquinanti. La maggior parte dei decessi appare concentrata nell’Africa sub-sahariana – 157mila – e nel Sud-Est asiatico: 110 mila. Gli incendi sono in parte di origine naturale ma per lo piu’ sono provocati volontariamente per estendere le aree coltivabili o per migliorare dopo il raccolto la produttivita’ del suolo. Non e’ raro pero’ che sfuggano al controllo e, anche in considerazione del riscaldamento del Pianeta, tendono a diventare sempre piu’ devastanti. L’area bruciata nel periodo preso in esame varia da 350 a 450 milioni di ettari l’anno.
Varia molto di piu’, a seconda della temperatura media dell’atmosfera, il numero di morti. Il picco massimo, negli anni in cui el Nino faceva aumentare la temperatura degli oceani, e’ stato di 530mila morti e il minimo – con il fenomeno opposto della Nina – di 260 mila.
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