Palazzo d’epoca su via Ludovisi, a due passi da via Veneto e dall’Ambasciata degli Stati Uniti e di fronte allo storico Hotel Savoia, la nuova sede della Rappresentanza diplomatica della Repubblica Dominicana a Roma, che occupa un ampio ed elegantissimo spazio dell’edificio, esprime l’immagine del nuovo corso che lo Stato caraibico ha impresso, quanto a impegno e dinamicità, alle relazioni diplomatiche con Roma, da quando, con la nomina di Peggy Cabral al ruolo di Ambasciatrice in Italia, si è voluto dare, da parte dominicana, un segnale di forte ripresa dei rapporti dopo che qualche segno di debolezza da parte di Roma li aveva incrinati con la chiusura dell’Ambasciata italiana a Santo Domingo, prima di un clamoroso, inevitabile ripensamento che ha portato alla sua riapertura dopo appena due anni.
La presenza del Ministro degli Esteri Miguel Vargas, espressamente intervenuto, seppur in forma privata, all’inaugurazione della sede di via Ludovisi, in una piacevole serata di questa calda estate romana, dimostra l’importanza che Santo Domingo attribuisce alle relazioni con Roma, con un volume di scambi commerciali stabilmente in crescita, una cooperazione bilaterale che spazia da quella economica a quella culturale ed un flusso turistico dall’Italia verso i Caraibi che fa della Repubblica Dominicana una delle principali destinazioni turistiche italiane in America latina.
L’intervento di Vargas sottolinea, in sostanza, il rinsaldarsi dei rapporti politici con Roma, favoriti da un’identità di vedute su temi inerenti la cooperazione politica internazionale, i rapporti bilaterali e quelli con l’Unione Europea, il cui Rappresentante a Santo Domingo è attualmente l’italiano Gianluca Grippa, inviato da Bruxelles col ruolo di Ambasciatore.
Proprio a Roma si era svolto, lo scorso maggio, il vertice Italia-Sica (il Sistema di Integrazione Centramericano) con la partecipazione dei Ministri degli Esteri dei paesi del Centro America riuniti sotto la presidenza dello stesso Ministro Vargas, con l’Italia in qualità di Paese Osservatore che ha finora svolto un robusto ruolo di sostegno ai Paesi del Sica, in modo particolare in tema di sicurezza.
Con l’Europa resta invece aperto un tema di primaria importanza che è quello dei visti turistici, oggetto, tra l’altro, del breve colloquio che ho avuto modo di intrattenere informalmente col Ministro. La Repubblica Dominicana è rimasta uno dei pochissimi paesi latinoamericani (insieme con Haiti, Bolivia, Guyana e Suriname) ad essere sottoposto a regime di visto turistico Schengen per i suoi cittadini, dopo che persino Colombia, Perù ed Ecuador ne sono stati esentati di recente. Ed è in seno alla Celac (la Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi) che la questione è già stata posta con forza – come ulteriore obiettivo della politica estera di Vargas – perché se ne faccia interprete con la Commissione europea.
Con l’apertura della nuova, prestigiosa sede diplomatica, Peggy Cabral mette a profitto un ulteriore risultato nel suo forziere. Nominata Ambasciatrice a Roma dal Presidente Medina per le sue qualità carismatiche di donna forte e determinata, stabilendo un’alleanza strategica importante tra il Pdl di Leonel Fernandez ed il rivale Partito rivoluzionario di cui la stessa Peggy era stata presidente raccogliendo l’eredità del marito, José Francisco Peña Gómez, storico leader del partito e più volte candidato presidenziale, doña Peggy ha dimostrato di raggiugere in tempi rapidissimi gli obiettivi da lei prefissati al momento dell’assunzione dell’incarico diplomatico, nel 2015.
Giornalista apprezzata anche per i suoi programmi televisivi e le interviste a uomini politici del calibro di Fidel Castro o di Benazir Bhutto, Peggy Cabral ha messo a frutto in campo diplomatico la sua esperienza di personaggio politico e di comunicatrice, per dedicarsi alla riorganizzazione dell’attività diplomatica, viaggiando dalla Sicilia al Friuli, dalla Calabria a Firenze e a Milano per intrecciare accordi economici e culturali con le realtà italiane, per visitare le comunità dominicane radicate in Italia e per pubblicizzare, con eventi di grande rilievo, le attività produttive del proprio Paese, prime fra tutte quelle legate alla produzione e all’esportazione di prodotti pregiati quali tabacco, sigari, caffè, rum e cioccolato.
Tra gli obiettivi principali, il ripristino di relazioni diplomatiche piene e dirette tra Roma e Santo Domingo costituiva un fine di prioritaria importanza dal punto di vista politico-diplomatico; l’altro, di rilevanza logistica e di rappresentanza, era quello di dare agli uffici dell’Ambasciata dominicana una sede funzionale e di prestigio nella capitale italiana. Il raggiungimento dell’uno e dell’altro obiettivo segna il pieno successo del mandato romano di Peggy Cabral ed è soprattutto merito suo, della sua azione politica supportata dalla Casa d’Italia di Santo Domingo e del suo pressante intervento diplomatico nei confronti del Governo italiano, appoggiato da esponenti del nostro Parlamento se, dopo due anni di chiusura, la bandiera italiana è tornata a svettare sul tetto della nostra Ambasciata a Santo Domingo, capitale di uno Stato in impetuosa crescita economica con il quale l’Italia intrattiene rapporti diplomatici da 120 anni.