Quanto accaduto in una scuola di Treviso è inaudito. Le famiglie di due alunni di fede musulmana hanno chiesto che i loro figli siano esentati dallo studio della Divina Commedia di Dante Alighieri perché, a loro dire, tale opera andrebbe contro i loro sentimenti religiosi. La professoressa ha concesso l’esonerazione.
Ora, quanto accaduto può essere definito un precedente pericoloso da più punti di vista.
In primo luogo, si rischia che un alunno possa scegliere di non partecipare ad una lezione di una determinata materia obbligatoria, tirando fuori qualunque pretesto.
In secondo luogo, se oggi due alunni possono chiedere ed ottenere di non partecipare alle lezioni in cui si tratta la Divina Commedia di Dante Alighieri, domani si chiederà di non fare più studiare quell’opera nelle scuole? Infatti, qualcuno ha già detto che le opere di Dante non dovrebbero essere più studiate perché sono ritenute “islamofobe”, “omofobe” , “razziste” ecc.
Questa è una tendenza preoccupante.
Dante Alighieri deve essere contestualizzato nell’epoca nella quale visse, tra il XIII e il XIV secolo. Che piaccia o meno, rappresenta una parte importante della nostra storia e della nostra cultura. Censurare le sue opere significa diffondere l’ignoranza.
Oggi si vuole censurare Dante… domani si vorrà censurare Torquato Tasso o Gabriele D’Annunzio? E poi magari anche Mozart, visto che le sue opere sono ritenute contrarie all’Islam?
Le future generazioni potrebbero essere ignoranti e dall’ignoranza non nasce nulla di buono.