Faticano a rimanere dentro la tela gli enormi uomini blu dell’artista svizzero Mario Comensoli (1922-1993). Mani e piedi smisurati, come nel più rude realismo di certe sculture romaniche, braccia e gambe muscolose, sono gli operai italiani emigrati in Svizzera nel secondo dopoguerra i protagonisti della produzione dell’artista tra il 1953 e il 1961, anni in cui una massiccia emigrazione dall’Italia mutò profondamente il volto della Svizzera.
Alle storie – scrive La Prealpina – quanto mai attuali e toccanti di questi “uomini blu”, per il tipico colore della tuta da operai, è dedicata la mostra, a cura di Chiara Gatti e Nicoletta Ossanna Cavadini, in corso presso lo Spazio Officina del M.A.X. Museo di Chiasso, in collaborazione con Fondazione Mario e Hélène Comensoli.
Grazie ai prestiti di istituzioni pubbliche e collezionisti privati sono esposte una settantina di opere di grande formato, insieme a grafiche, lettere, oggetti personali e persino l’inseparabile bicicletta.