Lo spazio europeo diventa ‘verde’: stanno nascendo nuovi progetti e tecnologie per fare pulizia in orbita, liberandola dalla miriadi di rottami di satelliti ormai fuori uso, e per ridurre il piu’ possibile l’impatto ambientale dei voli spaziali sulla Terra. ‘E’ come se tutte le navi costruite finora sulla Terra non fossero mai affondate e continuassero ad accumularsi sui mari’, osserva Franco Ongaro, direttore dell’Estec, il centro dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) per la ricerca scientifica e tecnologica.
Tra i tanti segnali di cambiamento che arrivano dal Congresso Internazionale di Astronautica (Iac 2012) di Napoli, lo ‘spazio pulito’ e’ una delle nuove frontiere che promettono di avere ricadute utili in un periodo relativamente breve. ‘Sono tecnologie che potrebbero essere sviluppate da qui a 5 anni con una missione dimostrativa e fra 7-8 anni con una missione vera e propria’, osserva Ongaro La spazzatura spaziale si e’ accumulata progressivamente nei 55 anni trascorsi dall’inizio dell’era spaziale, aperta il 4 ottobre 1957 dal lancio dello Sputnik. Oggi nell’orbita che si trova al di sopra di 650 chilometri fluttuano frammenti delle dimensioni di un centimetro e colossi grandi come autobus e pesanti alcune tonnellate. ‘Ci stiamo preoccupando di far rientrare con la minor spesa possibile tutto quello che mandiamo su’, prosegue Ongaro. In che modo? Si stanno studiando diverse soluzioni, alcune delle quali al limite della fantascienza. Una delle idee allo studio prevede di mandare veicoli piccoli e leggeri ad agganciare i satelliti ormai ‘spenti’ per trascinarli giu’ e farli bruciare nell’impatto con l’atmosfera. ‘Progetti simili – osserva Ongaro – richiedono un grande sforzo tecnologico perche’ bisogna trovare il modo piu’ economico per agganciare un relitto di alcune tonnellate e portarlo giu’ in modo sicuro’. Non e’ facile, infatti, agganciare veicoli di grandi dimensioni ed e’ ancora piu’ difficile far muovere il piccolo ‘rimorchiatore spaziale’ e il grande satellite in disuso come fossero un unico oggetto. Bracci o tentacoli meccanici e contro-spinte con motori a ioni sono fra le soluzioni allo studio, accanto a vere e proprie reti da gettare sul vecchio satellite per catturarlo e trascinarlo giu’.
I programmi sullo ‘spazio pulito’ allo studio dell’Esa comprendono anche tecnologie per ridurre l’impatto delle attivita’ spaziali sulla Terra, ad esempio ripensando i sistemi di propulsione basati sull’idrazina, una sostanza considerata pericolosa e che potrebbe presto essere messa fuorilegge. Il futuro di queste idee sara’ deciso in gran parte in novembre, nella prossima conferenza ministeriale dell’Esa, con quello di altri tre filoni di ricerca. Questi comprendono tecnologie per consentire la realizzazione di programmi scientifici ambiziosi (come portare in orbita orologi atomici per misure scientifiche super-precise della Terra), sfruttare le tecnologie spaziali al servizio di nuove fonti di energia e lo sviluppo tecnologico al servizio delle missioni di esplorazione.
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