Super-rincari per le case date in affitto e la batosta maggiore arrivera’ per chi ha locato l’immobile a canone calmierato. La Confedilizia calcola tra la vecchia Ici e la nuova Imu aumenti fino a +2.330%. Ma se va bene l’imposta viene comunque quasi raddoppiata. Federconsumatori stima in generale un peso sulle famiglie italiane di 615 euro ciascuna mentre il Codacons afferma che l’imposta e’ ‘illegittima, poiche’ viola la Costituzione italiana’.
Proseguono anche le proteste della Lega in vista della manifestazione che si terra’ domenica a Verona e alla quale ha annunciato la sua presenza anche il governatore del Veneto Luca Zaia che oggi ha definito la tassa anche sulla prima casa ‘un insulto’.
Aumenti di imposta, rispetto all’Ici, e solo per l’acconto, del 300, del 500 fino, in un caso, al 2.330 per cento. E’ quanto emerge dal raffronto, operato dall’Ufficio Studi della Confedilizia, fra l’acconto dovuto ai fini Ici e ai fini Imu per gli immobili locati, prendendo ad esempio un immobile medio situato nei capoluoghi di Regione. Il confronto riguarda solo l’acconto ed e’ stato quindi realizzato utilizzando, per l’Ici, l’aliquota applicabile nel 2011, nei singoli Comuni, agli immobili locati con contratti ‘liberi’ (4+4) e con contratti ‘concordati’ (a canone calmierato) e, per l’Imu, l’aliquota di base prevista dalla legge, pari al 7,6 per mille. ‘E’ quindi evidente – sottolinea l’associazione dei proprietari di immobili – che gli aumenti che si determinano in sede di acconto saranno ancora piu’ rilevanti al momento del saldo qualora le amministrazioni comunali deliberino, come in alcuni casi e’ gia’ avvenuto, aliquote superiori al 7,6 per mille, fino alla misura massima del 10,6 per mille’. ‘Anche solo il confronto tra acconti – dichiara il presidente Corrado Sforza Fogliani – indica che l’imposta va assolutamente ripensata e al piu’ presto’.
Il peso dell’Imu non si fara’ sentire sulle famiglie italiane ‘solo in termini diretti, con aggravi medi di 405 euro annui, o con le ricadute sugli affitti. Vi saranno anche pesanti ripercussioni indirette’, per un totale di 615 euro a famiglia. E’ la stima della Federconsumatori secondo cui all’imposta in se’ bisogna aggiungere l’aumento ‘inevitabile di prezzi e tariffe’ dovuto alla rivalutazione dell’Imu per i locali commerciali, per le aziende e per gli uffici, nonche’ la reintroduzione di questa imposta sui casolari agricoli. Gli oltre 600 euro sono ‘una cifra insostenibile viste le difficili condizioni in cui versano i bilanci familiari’, fa presente l’associazione dei consumatori.
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