"La questione Imu italiani nel mondo continua a primeggiare tra i più importanti problemi irrisolti. È davvero inconcepibile fare pagare una tassa sull’unica casa in Italia posseduta dagli italiani residenti all’estero, per giunta come se quella loro abitazione fosse seconda casa. Parliamo di cifre importanti, una media di 1500-2000 euro per un immobile di 60mq che viene vissuto pochi mesi nell’arco dell’anno e che il più delle volte è una eredità della famiglia. Il fatto che ancora non si sia voluto risolvere questa vergogna rende bene l’idea dello scarso interesse che i problemi degli italiani all’estero rappresentano per il governo Renzi". Così il senatore Vittorio Pessina, responsabile del dipartimento Italiani all’estero di Forza Italia.
“Gli italiani nel mondo oggi spesso sono figli di quei lavoratori costretti ad emigrare per evitare un destino di povertà ed emarginazione. Hanno conservato l’amore per l’Italia che è stato trasmesso loro dalla famiglia e si sacrificano per mantenere un legame con il Paese. Pagano le tasse e le utenze per poter tornare ogni tanto nei propri luoghi di origine. Non dovrebbero essere puniti, anzi dovrebbero essere incoraggiati”.
“Le loro case – prosegue il senatore – sono modeste, mentre ville e grandi appartamenti di cittadini residenti in Italia sono esentati dal pagamento di questa tassa, perché la prima casa viene considerata un diritto riconosciuto. Ovvio che di fronte a questo i nostri connazionali si sentano esclusi e umiliati ancora una volta, da uno Stato che dovrebbe essere orgoglioso di quei milioni di italiani che hanno saputo migliorare la loro condizione di vita senza alcun aiuto. Nessuna acrimonia, ma una grande tristezza – osserva Pessina – per una autentica discriminazione che nessun governo finora ha sentito il bisogno di cancellare. E che potrebbe portare molti italiani all’estero a dover rinunciare a una parte della propria storia famigliare”.
“Il Coordinamento Nazionale degli Italiani all’estero di Forza Italia si sta battendo con forza, dentro e fuori il Parlamento, per fare in modo di cancellare questa ingiustizia: raccolte di firme, momenti di confronto sul territorio, informazione sui media e sui social. Non smetteremo di combattere – conclude il senatore Pessina – e di denunciare una situazione che consideriamo debba essere sanata quanto prima”.
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