Per soddisfare le legittime richieste delle nostre collettività emigrate e preoccupati per il rischio che molti comuni potrebbero non prevedere nelle loro delibere l’equiparazione all’abitazione principale ai fini IMU della casa posseduta dagli italiani residenti all’estero, i parlamentari Angeli, Bucchino, Farina, Fedi, Garavini, Merlo, Micheloni, Narducci, Picchi, Porta, Randazzo hanno scritto una lettera al presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Graziano del Rio, e al presidente dell’IFEL (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale), Giuseppe Franco Ferrari, affinché i loro enti si adoperino presso i comuni italiani per chiedere l’introduzione dell’agevolazione fiscale a favore dei nostri connazionali.
Ecco alcuni passaggi della lettera: “siamo un gruppo di parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero sensibili alle sollecitazioni di migliaia di nostri connazionali i quali ci chiedono di intervenire affinché le case da loro possedute in Italia siano considerate abitazioni principali ai fini dell’IMU. Come è noto tale equiparazione era stata introdotta da una legge del 1993 e mantenuta fino al 31 dicembre 2011 quando con l’introduzione della nuova imposta tale agevolazione è cessata. Il decreto fiscale (D.L. n. 16 del 2012) che ha in parte modificato la legge istitutiva dell’IMU ( D.L. n. 201 del 2011) ha tuttavia stabilito che i comuni possono considerare direttamente adibita ad abitazione principale l’unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata. La norma prevede quindi che i comuni, nell’ambito della propria potestà regolamentare, possono estendere alle unità immobiliari possedute in Italia dagli italiani residenti all’estero lo stesso trattamento previsto per l’abitazione principale, vale a dire l’aliquota ridotta e la detrazione di base.
Non sappiamo quanti siano ad oggi i comuni che hanno già approvato le delibere sull’IMU e cosa abbiano stabilito rispetto alle case degli emigrati, pur tuttavia – rilevando quanto sia importante dare un segnale di attenzione e di disponibilità alle legittime esigenze, di natura morale e storica, dei nostri connazionali – ci permettiamo di chiedere un vostro interessamento per sensibilizzare i comuni aderenti alla Vostra associazione a farsi carico delle necessità e delle istanze dei cittadini emigrati i quali chiedono che siano mantenute quelle agevolazioni che lo Stato italiano ha riconosciuto con grande lungimiranza fin dal 1993.”
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