Forse una maggiore sensibilità da parte del governo italiano nei confronti degli italiani all’estero per quanto riguarda gli oneri relativi alla fiscalità imposta sulla loro casa in Italia avrebbe rappresentato, come minimo, un segnale di gratitudine e di riconoscenza nei loro confronti.
Soprattutto in questa particolare situazione che li ha visti costretti indistintamente al loro pagamento senza avere neanche la possibilita‘ materiale di poter raggiungere le loro abitazioni in Italia, seppur per un minimo di tempo.
Sta di fatto che il governo non ha ritenuto di smentirsi, neanche in questa circostanza, non prendendo in considerazione la possibilita’ di un esonero, imponendone di fatto sia il versamento dell’Imu che della Tasi.
Non sarebbe stato, e non lo sarebbe tuttora, un atto di generosità, bensi’ un atto di rispetto e di giustizia, sospendere ed esonerare, in attesa di una definitivo ripensamento, Imu e tasi per gli italiani all’estero, di fatto impossibilitati a raggiungere le loro abitazioni, date le circostanze attuali.
Nel panorama italico si assiste invece a una fitta pioggia di sussidi/bonus che a vario titolo vengono dispensati a destra e a manca con il pretesto di favorire il rilancio o il recupero economico del Paese sull’onda di una situazione di forte disagio che la pandemia ha solo acutizzato ma non generato.
Anche il bonus sulla casa, di cui anche gli italiani all’estero potrebbero usufruire, resta per la sua complessità di difficile accesso, a chi , fuori dai confini, sarebbe chiamato a gestirlo qualora ne volesse effettivamente usufruire.
Si voleva favorire il settore dell’edilizia? Ebbene, si poteva pensare anche e soprattutto, con corsie preferenziali, all’edilizia sociale e favorire le fasce con immobili piu’ fatiscenti rispetto alle ville lussuose i cui proprietari avrebbero potuto mettere “a regime” le loro abitazioni pagando di tasca loro senza ricorrere alle casse statali a cui concorrono tutti, e fornire inoltre una casa a chi non ce l’ha. Forse non si e’ voluto discriminare a livello normativo per non creare delle forme di ingiustizia, che solo apparentemente non sono tali, ma, a ben vedere, lasciano tuttavia i segni penalizzanti sui contribuenti piu’ poveri e bisognosi, concorrendo ad accrescere la gia’ persistente progressiva disparita’ sociale in atto.
Tornando al discorso della sensibilita’ da parte del governo sugli immobili degli italiani all’estero, non resta che augurarsi che nelle prossime sedute parlamentari l’esecutivo possa prendere in serie considerazione la tanto attesa eliminazione definitiva dell’IMU sulla prima e unica casa in Italia degli italiani nel mondo.
I nostri rappresentanti all’estero sono chiamati a fare sentire la loro voce e a dimostrare, con i fatti, la loro capacita’ ed effettivita’ nel ricoprire tale ruolo anche rispetto a questa insoluta questione che grava sui loro elettori.