Con una nota congiunta i due deputati PD eletti all’estero, on. Fedi e Porta, hanno promesso il loro impegno affinchè l’esenzione Imu per gli italiani all’estero venga estesa a favore di tutti coloro che sono in possesso di una unica casa in Italia. Nel prenderne atto con soddisfazione, stupisce, ma forse non più di tanto, che gli altri eletti all’estero del PD non si siano aggiunti a difesa della ragionevolezza del provvedimento auspicato, giacchè in precedenza spesso, assieme ai loro due colleghi, avevano firmato documenti inerenti ad iniziative comuni.
Vogliamo sperare che ciò non nasconda una loro diversità di intenti e la non condivisione delle finalità dell’impegno promesso. Non mancherà tuttavia la possibilità di verificare nel prosieguo il loro comportamento.
A conti fatti, sulla base delle esternazioni finora riscontrate, a conferma anche di impegni al riguardo assunti anche precedentemente, vedi MAIE ed altri parlamentari, cui fanno eco le ultime esternazioni del sen. Pessina di FI, pare che ci sia una convergenza di intenti che fa sperare in una soluzione positiva dell’annosa querelle.
Siamo tutti italiani, a qualsiasi latitudine il destino ci abbia portato, e chi abbiamo eletto a rappresentarci nel Paese ha il dovere di sostenere i nostri diritti, soprattutto in questa delicata fase per la sorte della decisione sulla fiscalità della casa degli italiani all’estero.
Nei prossimi giorni la legge troverà molto probabilmente in sede governativa una sua definizione, in occasione dell’esame ed approvazione della Legge di Stabilità. E anche se i senatori eletti all’estero, Di Biagio, Micheloni e loro colleghi, non si sono pronunciati al riguardo, forse perchè desiderano lavorare in silenzio, non si ha ragione di dubitare della loro capacità , volontà e tenacia nel portare avanti questa prerogativa sulla quale hanno già dimostrato ampiamente il loro impegno.
Non ci resta pertanto che augurare ai nostri eletti all’estero che il loro ulteriore impegno veda realizzato il rispetto del diritto di parità di trattamento tra gli italiani residenti sul territorio nazionale e quelli iscritti all’AIRE e, quindi, il ripristino di questo diritto costituzionale.
Questa ennesima circostanza offre la possibilità di valutare il peso e la capacità individuale e collettiva dei nostri eletti all’estero, nel portare avanti la difesa di un diritto dei loro elettori sia all’interno dei loro partiti, sia all’interno del Parlamento italiano; nonché di individuare le responsabilità di tutti i protagonisti rispetto alla decisione che ne scaturirà. Ancora più in generale, servirà a mettere a nudo la reale politica del governo Renzi e il rispetto che mostrerà nei confronti degli italiani all’estero.
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