Sono moltissimi gli italiani nel mondo che continuano ad essere ingiustamente discriminati per quanto riguarda l’Imu. I connazionali residenti all’estero, infatti, sono costretti a pagare le tasse sulla propria prima casa in Italia come se fosse una seconda abitazione. Qualcosa di ridicolo, una questione che ancora il governo italiano non è riuscito a risolvere. Nemmeno i parlamentari eletti all’estero, nonostante la buona volontà di qualcuno, sono stati capaci di sciogliere questo nodo.
Il MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero torna alla carica proprio su questo tema. Il sen. Claudio Zin (vice presidente MAIE Argentina) ha presentato un emendamento all’atto S. 1413, per equiparare ai fini fiscali l’immobile a disposizione degli italiani residenti all’estero ad abitazione principale, esentandola così dall’applicazione della tassa IMU.
Dichiara Zin in una nota: “Ho presentato questo emendamento che accoglie e supporta le innumerevoli proteste dei nostri connazionali che risiedono all’estero, costretti a pagare somme ingenti per la propria abitazione in Italia (a volte si parla di migliaia di euro all’anno per abitazioni ereditate e/o utilizzate solo per pochi giorni all’anno). La questione dell’esenzione dell’IMU sulle prime case è stata il cavallo di battaglia di diversi leader politici che, però, dopo aver incassato il consenso degli elettori che li hanno sostenuti, hanno dimenticato che questo problema è rimasto irrisolto per gli italiani all’estero che, ancora una volta, vengono nei fatti discriminati rispetto agli italiani che risiedono in Italia”.
Il senatore del MAIE sottolinea che moltissimi italiani nel mondo “per pagare questa tassa hanno dovuto intaccare pesantemente i propri risparmi. Alcuni di loro, addirittura, stanno pensando di disfarsi dell’immobile posseduto in Italia: cosa che comporterà inevitabilmente l’interruzione del legame affettivo con il paese d’origine, con conseguenze economiche rilevanti in termini di impoverimento dell’economia e riduzione del turismo di ritorno. Il MAIE – ha ribadito in conclusione Zin – continua a battersi per impedire questa discriminazione fiscale degli italiani residenti all’estero, rispetto a tutti gli altri connazionali”.
Ci auguriamo davvero sia la volta buona. ItaliaChiamaItalia su questo tema è intervenuta più e più volte. Non bisogna smettere di farsi sentire, la politica – in particolare quella che si occupa di italiani nel mondo – ha il dovere di continuare a proporre soluzioni a questa folle decisione che è stata imposta ai connazionali oltre confine dal governo Monti. Bene ha fatto Zin a tornare sull’argomento: a lui, al MAIE, e a chiunque continui a farsi portavoce di questa battaglia – non a parole, ma coi fatti -, va tutto il sostegno di ItaliaChiamaItalia.
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