E’ stato approvato dalle commissioni Lavori pubblici e Ambiente del Senato col parere contrario del governo l’emendamento dei relatori Stefano Esposito e Franco Mirabelli, entrambi del Pd, al decreto casa per l’equiparazione a prima casa dell’abitazione posseduta dagli italiani residenti all’estero.
Ora si attende la conferma dell’Aula di Palazzo Madama al testo che prevede l’aggiunta all’articolo 13 comma 2 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, del seguente periodo: "E’ considerata direttamente adibita ad abitazione principale l’unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato e iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata o data in comodato d’uso".
Al punto due l’emendamento prevede che "sull’unità immobiliare di cui al comma 1, le imposte comunali Tari e Tasi sono applicate, per ciascun anno, in misura ridotta di due terzi" e al punto tre si legge che "alla copertura finanziaria degli oneri derivanti dalle diposizioni di cui al presente articolo, pari a 4 milioni di euro annui, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2014-2016, nell’ambito del programma ‘Fondi di riserva e speciali’ della missione ‘Fondi da ripartire’ dello stato di previsione del ministero dell’Economia e delle finanze per l’anno 2014".
La questione relativa all’Imu degli italiani nel mondo, ancora discriminati perché costretti a pagare sulla propria abitazione in Italia le tasse relative alla seconda casa, potrebbe dunque risolversi in maniera positiva se l’Aula del Senato darà il suo ok. Dispiace che l’emendamento sia stato approvato “col parere contrario del governo”: a quanto pare l’attuale esecutivo continua – dopo l’avvio delle chiusure di ambasciate e consolati – a remare contro gli italiani all’estero.
A questo punto la palla passa anche agli eletti oltre confine: sapranno fare lobby, una volta tanto, e agire compatti in difesa degli interessi dei connazionali oltre confine? Ce lo auguriamo.
LE DICHIARAZIONI Per Aldo Di Biagio, senatore del gruppo Per l’Italia, l’approdo in aula del dl casa "è un piccolo successo per questo Governo: per la relativa rapidità con cui si è arrivati alla conclusione dell’iter; per la capacità di confronto e di approfondimento che è stata fatta dalle Commissioni in questi giorni; e soprattutto per la puntualità delle disposizioni in esso contenute, che in maniera chiara e coraggiosa sono andate a colmare dei vuoti operativi che, purtroppo, condizionano da decenni la cosiddetta emergenza abitativa".
Di Biagio rivendica di essere stato colui che, “insieme ai colleghi eletti all’estero”, ha sollecitato “la proposta emendativa relativa all’attuale configurazione dell’imposta Imu per i cittadini non residenti in Italia ma proprietari di un immobile sul territorio di origine. L’emendamento, che si colloca in un percorso pluriennale di confronto e di sollecitazione del Governo, intende rettificare la normativa vigente in materia di configurazione dell’abitazione, ripristinando quanto disposto dalla legge n. 75 del 1993, superando la discrezionabilità riconosciuta ai Comuni, che è altamente discutibile e dalla dubbia legittimità. Con questo emendamento si vuole confermare la volontà originaria del legislatore che intendeva equiparare lo status delle abitazioni dei cittadini italiani dentro e fuori i confini nazionali".
Durante la discussione generale sul dl casa, è intervenuto in aula Franco Panizza (Aut-Psi-Maie), che ha giudicato "positivi" gli emendamenti accolti in Commissione che "agevolano il pagamento delle imposte sulla casa da parte di alcune categorie particolari, come gli emigrati italiani iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire) che mantengono un’abitazione nel nostro Paese (giustamente) – ha detto Panizza – o gli anziani che soggiornano temporaneamente o stabilmente in una casa di riposo; positive sono anche le risorse stanziate a favore delle morosità incolpevoli, così come le norme volte ad eliminare l’occupazione abusiva e a contrastare l’abusivismo nell’edilizia".
LA COMMISSIONE BILANCIO – Non ancora una bocciatura ma la necessita’ di una ‘valutazione’. Sono diverse le misure approvate al Dl casa dalle commissioni Lavori Pubblici e Ambiente del Senato sulle cui coperture la commissione Bilancio pensa sia necessario un approfondimento. Fra queste, l’abbattimento al 4 per mille dell’Imu sugli affitti calmierati coperto dai fondi per le detrazioni dei Comuni anti-Tasi; la sanatoria per chi ha fatto riemergere affitti in nero; l’estensione della cedolare secca al 10% estesa ai Comuni coperti da calamita’ naturali. La Commissione si riunira’ nuovamente martedi’ prossimo e affronterà anche il caso Imu italiani nel mondo. Nella stessa giornata l’Aula iniziera’ le votazioni sulle proposte di modifica.
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