Gli italiani all’estero possessori di una sola casa in Italia non potranno contare in futuro sull’appoggio dell’on. Laura Garavini (Pd) per quanto attiene l’estensione dell’emendamento valido solo per i pensionati relativamente a Imu, Tari e Tasi. Ciò si evince dalle risposte che l’eletta all’estero ha fornito al giornalista del Corriere d’Italia di Francoforte in una sua recente intervista a seguito dell’approvazione del provvedimento in questione.
Garavini infatti ha tenuto a precisare che la mancata estensione a tutti i proprietari di una prima casa in Italia sia dipesa da problemi di copertura finanziaria, in quanto lo stesso provvedimento approvato, che costa allo Stato 4/6 milioni di euro – che a detta dell’onorevole non sono proprio dei bruscolini, come a qualcuno potrebbe sembrare – sono già tanti (si noti la magnanimità dello Stato italiano, la grande capacità dei nostri eletti, la loro imparzialità e, non ultimo, il loro attaccamento allo Stato), se si considera la situazione finanziaria dell’Italia.
Garavini tuttavia ha precisato che tale provvedimento sostanzialmente comprende la maggior parte dei residenti all’estero possessori di immobili in Italia, essendo essi pensionati. E questo dimostra la sua profonda conoscenza del fenomeno.
Alla specifica domanda se questo provvedimento possa toccare anche in futuro gli altri italiani all’estero non compresi (ovvero tutti, tranne i pensionati), Garavini ha sostenuto che le detrazioni previste per le persone disagiate in Italia costituiscono un ulteriore supporto per i non pensionati.
Queste dichiarazioni da parte dell’on. Garavini lasciano intendere apertamente il modo con cui lei ha intenzione di rapportarsi in futuro con la problematica. Se ne deduce che, agli occhi della Garavini, il problema sia stato quasi risolto: a) la maggior parte degli italiani all’estero vede riconosciuta la sua abitazione in Italia come prima casa; b) per la minima parte restante, qualora persone disagiate, si potrà far ricorso alla richiesta di detrazioni ai Comuni.
Quindi, a sentire ciò, cosa si vuole più dalla vita?
Possiamo ritenere invece che il fatto che adesso si sia data una risposta, molto parziale, fornirà addirittura un alibi ai nostri rappresentanti eletti all’estero, ma anche al governo, quando in futuro dirà dei no agli italiani nel mondo. Intanto si continuerà a subire la discriminazione, per la mancata equiparazione delle nostre abitazioni a quella dei nostri connazionali in Italia, e si continueranno a pagare, per effetto delle solite forme estorsive da parte dei Comuni, oneri iniqui.
Anche se in effetti ora, come si deduce dalle dichiarazioni dell’on. Garavini, non esistono più presunte vittime dell’ingiustizia, anzi l’ingiustizia non esiste più, i provvedimenti approvati l’hanno eliminata!
Gli italiani all’estero, quelli che non sono pensionati e che, pur faticando a mantenere il simbolo delle loro radici famigliari in Italia, non vogliono essere classificati come barboni, la ringraziano, cara Garavini!
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