Egregi Signori Sindaci e Amministratori locali,
nella mia qualità di Presidente del Comites di Norimberga, Vi scrivo per rappresentare e sostenere le legittime aspettative dei connazionali residenti all’estero e iscritti all’AIRE dei Vostri Comuni.
Com’è noto, disattendendo fortemente le nostre aspettative e non tenendo nel debito conto criteri di equità e di parità di trattamento, il Governo ha delegato ai singoli Comuni il compito di stabilire l’entità dell’aliquota IMU sulla casa posseduta dai cittadini residenti all’estero.
Non ci resta pertanto che sperare che i Comuni da parte loro diano seguito in modo ragionevole, giusto e non discriminatorio alla facoltà loro concessa.
Sarebbe assurdo e iniquo, infatti, che ai cittadini residenti all’estero proprietari di un’abitazione in un comune si chiedesse di pagare l’IMU come prima casa e in quello accanto come seconda casa con aliquote ben differenti.
E’ appena il caso di ricordare che l’emigrazione nella sua storia, passata e recente, ha contribuito e contribuisce in molti modi al progresso ed alla crescita dei nostri Comuni, molti dei quali sono stati fortemente segnati da questo fenomeno. Questo contributo è stato e sarà una forma di investimento di cui, a nostro avviso, le amministrazioni locali non possono non tener conto, a meno che non si voglia ignorare e penalizzare il legame, nostro e delle generazioni di emigrati che ci hanno preceduto, con la nostra terra d’origine.
Ci aspettiamo pertanto semplicemente che tutti i Comuni ci riconoscano lo stesso trattamento che viene riservato ai nostri concittadini, amici, parenti, conoscenti residenti in Italia, tra i quali molti ex emigrati.
La nostra abitazione, infatti, dal momento in cui mettiamo piede sul territorio nazionale, è il nostro primo ed unico punto di approdo e il centro della nostra vita in Italia e costituisce le nostre radici: essa accoglie noi, i nostri figli e i tanti amici stranieri a cui abbiamo offerto ed offriremo la possibilità di conoscere e di amare il nostro paese e ad essa possiamo far ritorno nel momento in cui andiamo in pensione dopo i lunghi anni di emigrazione.
Si tenga presente che gli immobili da noi realizzati a seguito di anni di lavoro e di risparmi fatti qui all’estero e investiti in Italia sono già notevolmente onerosi, poiché le spese per il loro mantenimento, nonostante l’utilizzo molto parziale, lasciano il segno.
In molti comuni, ad esempio, l’onere della Tarsu viene calcolato in misura completa e non viene rapportato in modo proporzionale, come sarebbe giusto, al consumo o alla media del periodo dei nostri soggiorni in Italia, che generalmente non supera un mese o due all’anno.
Tra l’altro molti connazionali non hanno la possibilità di raggiungere le loro abitazioni da anni e nonostante ciò sono ugualmente costretti a pagare tale imposta pur non usufruendo di alcun servizio. A tale proposito Vi pregheremmo di dare ampia attuazione all’Art.14, comma 15, lettera d del Decreto convertito nella Legge 214/2011, che prevede riduzioni tariffarie al riguardo.
È chiaro che questo momento di crisi richiede i sacrifici di tutti, ma bisogna tenere nel debito conto anche altri fattori concomitanti e pregressi di cui è indispensabile considerare l’incidenza ai fini di una valutazione complessiva.
La crisi è infatti, un fenomeno mondiale, che colpisce anche i nostri paesi di residenza all’estero, e noi emigrati, che troppo spesso siamo cittadini deboli sia nelle società di partenza che in quelle di accoglienza, siamo i primi ad esserne duramente penalizzati.
È giusto che tutti sostengano l’onere della crisi in misura equa secondo le proprie forze e noi non vogliamo sottrarci al nostro dovere di pagare l’IMU, ma ci sembra profondamente ingiusto che proprio la nostra categoria particolarmente debole venga doppiamente penalizzata con l’imposizione di parametri più alti alla nostra casa in Italia. Difficoltà di carattere economico dettate da situazioni di bilancio non possono essere prese a giustificazione per l’applicazione di misure particolarmente punitive nei nostri confronti. È nostro vivo desiderio partecipare attivamente alla vita del nostro paese e alla soluzione dei problemi, ma vogliamo farlo con la stessa dignità di tutti gli altri nostri connazionali residenti in Italia, come del resto avveniva con la precedente tassazione ICI.
Al momento si percepisce inoltre uno stato di generalizzata incertezza riguardo alla situazione normativa dei singoli comuni, molti dei quali non hanno preso decisioni in merito, anche se il termine di scadenza della prima rata dell’IMU è ormai molto vicino.
Confidiamo quindi fortemente nell’acume e nella lungimiranza di Voi sindaci e amministratori locali e Vi chiediamo una decisione equa, univoca, trasparente e uguale per tutti che faciliti sia il vostro compito di esattori sia il nostro di contribuenti.
Vorremmo sottolineare che questa lettera non intende in alcun modo avanzare una pretestuosa o lamentevole rivendicazione di parte, ma ha il solo scopo di promuovere una riflessione e un confronto civile su problematiche di interesse comune con l’intento di favorire un’equa, solidale e rispettosa convivenza.
Speriamo vivamente che vogliate tenere nella giusta considerazione le argomentazioni sopra esposte e confidiamo in un Vostro sollecito riscontro. In ogni caso, anche ai soli fini informativi per i nostri connazionali residenti all’estero, sarebbe gradita una Vostra sollecita risposta in merito alle decisioni che vorrete adottate al riguardo.
Cogliamo l’occasione, per porgere a Voi signori Sindaci e amministratori locali e a tutti i nostri compaesani, la nostra piena e sincera solidarietà insieme ai nostri più cordiali saluti.
Giovanni Ardizzone
Presidente del Com.It.Es. di Norimberga
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