Da tempo l’Associazione Bellunesi nel Mondo ha a cuore il problema della tassazione, prima con l’ICI ed ora con la tanto discussa IMU, della prima casa di proprietà in Italia dei connazionali residenti all’estero.
Il problema è ora di competenza e all’attenzione dei Comuni che proprio in questo periodo stanno determinando l’aliquota da applicare a tali immobili. Infatti, i connazionali iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani residenti all’estero) e che possiedono in Italia una prima abitazione non locata, secondo la legge, dovrebbero pagare l’IMU (Imposta Municipale Unica) come fosse seconda casa, lasciando però la facoltà ai Comuni di decidere diversamente.
Al riguardo, va precisato che questi immobili molto spesso sono abitazioni lasciate in eredità dai genitori o dagli antenati o, anche, di case costruite con enormi sacrifici e risparmi compiuti all’estero, in ogni caso tenute con cura e affetto, segno anche dell’attaccamento alla propria terra. Teniamo pure presente che la maggioranza dei proprietari (calcolabile all’’80%) non possiede altra abitazione all’estero, ma vive in affitto.
Tra i nostri bellunesi emigrati il malcontento e la delusione per il mancato riconoscimento di prima casa sono molto diffusi, anche perché già soggetti al pagamento per intero di imposte , quali la tassa per i rifiuti o il canone per l’acqua, pur usufruendo di dette abitazioni solo per un limitato periodo nel corso dell’anno.
L’IMU è la classica goccia che fa traboccare il vaso, spingendo i nostri concittadini all’estero a reazioni drastiche, come “Vendo tutto!” “Al mio paese non torno più!”, con un danno economico che si ritorce contro gli stessi comuni se pensiamo all’indotto che la presenza, seppur temporanea, dell’emigrante produce in Italia in ogni settore. In particolare più grave ancora è la ferita che si reca per il venire meno dell’amore per il proprio paese, che l’emigrato, che si sente rinnegato, non riesce più neppure a trasmettere alle nuove generazioni.
L’Associazione Bellunesi nel Mondo , pur consapevole delle difficoltà finanziarie in cui oggi si trovano i Comuni anche per i ridotti trasferimenti dello Stato, ha già chiesto ai sindaci della nostra provincia di applicare alla prima casa dei cittadini all’estero l’aliquota e le detrazioni spettanti alla casa d’abitazione. In questi giorni viene rinnovato questo appello, per tutte le motivazioni sopra espresse, chiedendo ai Comuni un atto di giustizia , di sensibilità e di gratitudine nei confronti di un’intera generazione che è stata determinante nella ricostruzione del nostro Paese e che è tuttora risorsa fondamentale sotto ogni aspetto, per la promozione culturale ed economica della Provincia e dell’Italia all’estero.
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