Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, rispondendo al question time in Senato sulla normativa fiscale relativa al rientro dei lavoratori dall’estero, ha dichiarato: “In questi giorni c’è una miriade di commenti rispetto a delle bozze più o meno autorizzate, anzi non autorizzate, che circolano sui media, rispetto a questo decreto legislativo e altri provvedimenti di bilancio. Discuteremo ampiamente delle proposte del governo quando verranno codificate correttamente”.
“Il nuovo impianto normativo” in preparazione sul rientro dei lavoratori all’estero “non pregiudicherà l’ingresso dei lavoratori dei settori della sanità e formazione. Il requisito è l’elevata qualificazione e specializzazione”.
Rispondendo ad una interrogazione del leader di Italia Viva Matteo Renzi sulle norme per il rientro di lavoratori dall’estero, Giorgetti ha sottolineato: “Se parliamo di rientro dei cervelli, questo governo ci tiene: abbiamo applicato il nostro ‘modesto cervello’ ad alcuni fenomeni assolutamente da censurare”. “Tipo – aggiunge – che qualcuno rientrasse e prendesse la residenza al sud per avere una maggiore detrazione, e poi non contribuisse allo sviluppo del meridione, ma andasse a lavorare da qualche altra parte”.
“Oppure le pratiche elusive adottate da gruppi che, pur rimanendo nel proprio perimetro societario, trovavano il modo di suddividere il vantaggio tra il dipendente e il gruppo per metterlo a carico dello stato. O come nel caso del rientro dei ‘cervelli calciatori’, su cui una riflessione andrebbe fatta per l’effetto distruttivo nei confronti del vivaio dei calciatori italiani, che trovano una concorrenza impropria da parte di soggetti che entrando in Italia costano la metà”.
“Dei 24mila rimpatriati che hanno sfruttato questa legge i ricercatori sono meno di 2mila: il resto sono top manager o altri profili simili. Le modifiche che faremo presenteranno un regime agevolativo pari o migliore a quello degli altri Paesi Ue”.