Focus del quotidiano Il Tempo sul prossimo incontro a Roma tra il ministro degli Esteri tunisino e il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, mentre a fine aprile sarà il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a volare a Tunisi con l’omologo francese, Gerald Darmanin, e la commissaria Ue Ylva Johansson.
“Con la prospettiva di 300mila arrivi di migranti via mare nel corso dell’anno, il governo e l’Europa spingono per sbloccare gli accordi con la Tunisia, Paese che versa in una grave crisi politica, economica e sociale”. “Incontri preceduti nelle settimane scorse dalla visita del commissario Ue, Paolo Gentiloni, e tutti finalizzati a propiziare aiuti finanziari alla Tunisia per scongiurare il default e impedire un esodo di massa – si legge -. Tra i principali attori della partita ci sono il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, che però hanno interrotto le linee di credito per il mancato rispetto delle condizioni pattuite.
A ottobre scorso l’Fmi aveva dato il via preliminare a un prestito di 1,9 miliardi di dollari in cambio di riforme pesanti (eliminazione dei sussidi, tagli alla spesa sanitaria e all’istruzione, privatizzazione delle principali aziende pubbliche), che tuttavia il governo di Kais Saied nega di poter fare senza prima incassare i soldi: la scarsità di generi di prima necessità sta già sprofondando nell’indigenza milioni di persone. La Banca mondiale, invece, ha sospeso le trattative per la progressiva torsione autoritaria del regime di Saied, da ultimo rivolta contro gli immigrati subsahariani (in gran parte cristiani) che sarebbero parte di un disegno criminale per ‘«cambiare la composizione demografica’ e religiosa della Tunisia. Un clima, insomma, che ha fomentato scontri interni e accelerato la fuga dal Paese, via mare e verso la Libia. Il presidente Saied ha di fatto assunto i pieni poteri dal luglio 2021, sospendendo il Parlamento e licenziando il governo che non erano stati in grado di risollevare il Paese dopo la rivoluzione dei Gelsomini del gennaio 2011.
Ma le tensioni sociali per fame, disoccupazione e corruzione non si sono certo allentate, aprendo la valvola di sfogo dell’emigrazione.
Proprio nel 2021 l’Italia ha stilupato un memorandum d’intesa con la Tunisia, che prevede in tre anni lo stanziamento di 200 milioni di euro, 11 dei quali per la cooperazione sulla migrazione. La situazione interna si è però aggravata, e ora il governo italiano punta a nuovi accordi per l’addestramento di uomini, la fornitura di mezzi e aiuti finanziari (110 milioni di euro per le piccole e medie imprese tunisine). Anche l’Europa, e soprattutto la Francia, hanno preso sul serio il dossier tunisino e premono sul Fmi e la Banca mondiale. ‘Diamo i soldi a tranche – propone il ministro degli Esteri Antonio Tajani – se dopo la prima vanno avanti con le riforme, si dà la seconda tranche e così via’”.