Il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, è intervenuto oggi in aula in vista del consiglio europeo del 28 e 29 giugno a Bruxelles che si occuperà di migrazione, sicurezza e difesa nonché economia e finanza.
“Al Consiglio europeo di domani, il primo del mio governo, l’Italia si presenterà con la forza e la consapevolezza di un governo che in Europa parla con una voce sola, ferma e risoluta”. Secondo Conte è necessario ripartire da “un concetto molto semplice, per avere un’Europa più forte abbiamo bisogno di un’Europa più giusta e più equa” , “anche a livello fiscale”.
Durante il suo intervento il capo del governo ci ha tenuto a sottolineare che i prossimi due giorni rappresentano “un appuntamento significativo per il futuro dell’Unione Europea. Questo Consiglio europeo arriva in un momento in cui è necessario rispondere ai cittadini con proposte concrete. Senza tentennamenti, senza ambiguità, senza paure. Anche questo è cambiamento”.
Per Conte l’Italia arriva al Consiglio europeo con un ruolo ben preciso e “con il suo apporto specie in tema di immigrazione, può contribuire a rendere questo appuntamento uno spartiacque, un punto di svolta” per disegnare una nuova Europa, “l’Europa che vogliamo”. “Le coste italiane sono coste europee, il criterio del Paese di primo arrivo va rivisto”.
Poi Conte ha ribadito la necessità di “superare” l’accordo di Dublino perché “non ci sono più dubbi che sia inadeguato a gestire flussi migratori. Solo il 7% dei migranti in arrivo sono rifugiati”.
Sul tema della povertà, “non può essere ignorato chi vive in povertà assoluta. Ci sono 5 milioni di persone che non possono più attendere”, un problema che “si intreccia poi con quello del divario territoriale. Per questo noi pretenderemo che l’Unione europea dia risposte attraverso un più ampio e organico utilizzo dei fondi strutturali dedicati a questi temi. Nel nostro programma di governo, abbiamo messo nero su bianco l’impegno per il lavoro e per il reddito di cittadinanza per migliorare l’inclusione sociale e le opportunità di impiego, specialmente per i giovani. Ma non solo”.