Flavio Briatore sostiene il governo gialloverde anche se a volte “fa delle scemenze”. Intervistato dal Corriere della Sera, Briatore, reduce da una giornata con il leader di Forza Italia, spiega: “Io non parlo mai di politica con Berlusconi. Ne sa più di me, lo annoierei e basta. Preferisco confrontarmi con lui sugli scenari globali. Parliamo di economia, di imprese, da Silvio c’è sempre da imparare”.
Briatore torna a confermare la sua fiducia nel governo gialloverde: “Questo è un governo di rottura, l’unico possibile in questa fase. A M5S e Lega dev’essere data la possibilità di governare insieme senza opporgli critiche stupide”, come “quella secondo cui Di Maio non può essere un ottimo vicepremier perché faceva lo steward al San Paolo. Per me è un valore aggiunto”.
Il decreto dignità però non gli piace affatto. In questo momento non inviterebbe “assolutamente” un amico a investire in Italia perché “limita la possibilità degli imprenditori di usare i contratti a tempo determinato. Certi politici sono convinti che un capo azienda non veda l’ora di licenziare. In realtà, non vede l’ora di assumere. E poi, lo ripeto da secoli, possibile che non riusciamo a capire che il turismo è una priorità assoluta?”.
E sulle deleghe passate al ministero dell’Agricoltura commenta: “Una scemenza senza fine. Il Turismo dovrebbe essere di competenza del primo ministro. In Qatar hanno il petrolio, giusto? Fossimo noi italiani in Qatar, la classe dirigente si sarebbe messa a puntare sull’olio d’oliva… Ci vorrebbe un piano quarantennale per i nostri settemila chilometri di coste meravigliose. E invece continuiamo a incentivare quel turismo in ciabatte e sacco a pelo che poi tra l’altro finisce per voltarti le spalle, come sta accadendo in Puglia”.
Contrasti tra Berlusconi e Salvini? “Fatti loro, sono due persone intelligenti e due persone intelligenti prima o poi si ritrovano. Una cosa è certa: Salvini sull’immigrazione sta facendo quello che nessuno dei governi precedenti era stato in grado di fare” e “l’opposizione al momento è fatta da partiti di ‘nonni’ che soccombono contro la forza della gioventù di M5S e Lega” ma anche “dentro Forza Italia, le persone sembrano sempre le stesse da secoli”.
E il Pd? “Non sottovaluterei un certo Renzi. Matteo è una persona intelligente, farà di tutto per rientrare nei giochi che contano” e “si ricorda quando dissi che il vero delfino di Silvio era Renzi? Lo penso ancora”.
Per quanto riguarda i Cinquestelle l’imprenditore afferma: “Deve capire che un conto è la propaganda, un conto è il governo. Adesso hanno bisogno di gente all’altezza, spesso non ne hanno”. E Conte? “Non lo conosco, sarà senz’altro un professore preparato. Al momento mi sembra il classico amministratore delegato che due azionisti un po’ litigiosi mettono a capo di un’azienda per fargli fare soprattutto il paciere”.