La Chiesa italiana lancia un appello per mettere fine alle stragi del mare. Sono "situazioni cosi’ gravi che fanno vergognare" e che dunque debbono "essere superate per il bene e per il rispetto di tutti", ha detto il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Angelo Bagnasco. Un richiamo all’Europa perche’ dia risposte "in tempi rapidissimi" arriva da padre Giovanni La Manna del Centro Astalli.
Parla anche l’arcivescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro: "Nessuno puo’ sognare che queste morti finiscano fino a che questi viaggi continuano. Sono viaggi di speranza ma diventano sempre piu’ viaggi di morte". E il vescovo non si aspetta "miracoli" su questo fronte nel semestre di presidenza italiana della Ue. Per mons. Gian Carlo Perego, direttore di Migrantes, "ogni attesa, ogni gesto di indifferenza si trasforma irrimediabilmente in nuove tragedie di cui non possiamo non sentirci responsabili".
Un auspicio "forte, deciso, chiaro, incontestabile ed inequivocabile" per il superamento di queste situazioni "gravi" e’ stato espresso dal presidente dei vescovi italiani, il cardinal Bagnasco. E l’agenzia di informazione Sir, che fa riferimento sempre alla Cei, sottolinea in un’editoriale che "scorciatoie non ce ne sono, le ennesime chiacchiere non bastano piu’". Alla vigilia dell’anniversario della visita del Papa a Lampedusa (8 luglio 2013), nella quale furono pronunciate dallo stesso Francesco parole molto dure contro "la globalizzazione dell’indifferenza", la Chiesa scende dunque ancora una volta in campo perche’ la questione immigrazione sia affrontata in tempi rapidi. Con un intervento dell’Europa nel suo complesso perche’ i singoli Stati, l’Italia in particolare, non ce la possono fare da soli. Il gesuita padre La Manna, che quotidianamente al Centro Astalli sente e vive i drammi dei rifugiati, di fronte all’ennesima tragedia nel canale di Sicilia si appella all’Europa, affinche’ dimostri che non ha rinunciato "ai valori che sono alla base della sua costituzione".
"Il Consiglio Europeo della settimana scorsa e’ stata l’ennesima occasione sprecata", afferma padre La Manna. "L’operazione Mare Nostrum e’ uno sforzo doveroso ma rappresenta solo un primo passo. La vera sfida e’ trovare alternative protette e legali per mettere in salvo le vittime innocenti di guerre e persecuzioni. Se in tempi rapidissimi l’Unione Europea non trovera’ una risposta efficace a questa emergenza umanitaria, dimostrera’ di essersi ridotta a un’assemblea di Stati preoccupati di guardare solo ai singoli immediati interessi nazionali", dice La Manna che oggi nei suoi tweet ha ripetuto incessantemente "basta morti!".
"Mare Nostrum – sottolinea mons. Gian Carlo Perego, direttore di Migrantes – e’ stata la prima grande risposta dell’Italia ai morti dell’ottobre dello scorso anno: ora serve un passo in avanti, con progetti di sviluppo nei Paesi di provenienza dei migranti forzati. Serve uno scatto di democrazia, servono politiche umanitarie. Ogni attesa, ogni gesto di indifferenza si trasforma irrimediabilmente in nuove tragedie di cui non possiamo non sentirci responsabili", conclude il direttore di Migrantes.
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