"Faremo in modo che quanti vorranno partecipare a un programma di assegnazione di luoghi più civili per vivere dovranno sottoscrivere un accordo con lo Stato. Questo consentirà a chi si trova in una situazione borderline di mettersi in regola" e chi si rifiuterà "dovrà comunque abbandonare i campi. Gli stranieri potranno essere espulsi" ed i rom italiani, "come tutti gli altri italiani, dovranno rispondere di quello che fanno. Al pari di qualsiasi cittadino". Così il ministro dell’Interno Angelino Alfano parla, in una intervista al Quotidiano Nazionale, della proposta dell’esecutivo sui campi rom.
Il ministro si dice "fiducioso che la collaborazione sarà sostanziale, anche alla luce della riunione dell’altra sera. I Comuni dovranno trovare soluzioni abitative e, da parte dello Stato, ci sarà il necessario sostegno economico. Sarà istituito un fondo", "l’Anci sta facendo le valutazioni e poi si ragionerà".
Alfano replica a Maroni che ha parlato di un tentativo di scavalcare le graduatorie per le case popolari: "Nessuno ha mai chiesto deroghe alle graduatorie. Maroni inventa un problema per poi far finta di averlo risolto quando, in realtà, il problema non è mai esistito". E se il sindaco si rifiuta di procedere? "Si dovrà assumere le proprie responsabilità di fronte ai cittadini. Significa che è un sindaco che non vuole smantellare i campi nomadi".
Alfano ribadisce: "Voglio mettere mano a questa vicenda in termini radicali, eliminando per sempre i campi nomadi", e "voglio fare in fretta anche se non ci sono, al momento, scadenze programmate. Occorre concordare le misure con i sindaci anche se il clima che ho trovato nella riunione dell’altra sera mi fa ben sperare. Sono fiducioso".
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