La Sen. Roberta Pinotti (Pd) ha definito ‘ostaggi’ i migranti sulla nave Aquarius: “Non ho scelto casualmente questo termine – ha spiegato a Radio Cusano Campus -, perché ho guardato cosa è successo. Premetto che io non sottovaluto per nulla il carico di immigrazione che abbiamo avuto negli scorsi anni, capisco anche il peso che ha avuto nelle nostre comunità locali.
E proprio per questo il nostro governo aveva impostato in modo serio una politica che teneva conto di mettere insieme una strategia per il Nord Africa, una politica di ricollocamenti e anche di rimpatri. In quello che è successo in questi giorni vediamo che la prova di forza fatta su una nave con più di 600 persone in condizioni di disagio e di difficoltà è stata una presa di posizione politica e non un modo di risolvere il problema, sta di fatto che due giorni dopo a Catania sono sbarcati circa mille migranti.
Perciò quello che ho detto nel mio intervento al Senato è che si è presa una nave carica di disperati e la si è voluta usare simbolicamente per mostrare i muscoli e far vedere che si è forti. E se non ci fosse stata la disponibilità di Sanchez di accoglierli in Spagna cosa sarebbe successo? In tutto questo, il problema dell’immigrazione è sentitissimo in Italia e lo capisco, ma la soluzione è complessa. Noi avevamo impostato un lavoro che stava funzionando e ho voluto ricordare a Salvini che non bisogna buttar via quella strategia di lavoro serio con i Paesi del Nord Africa. Offendere la Tunisia su un accordo funzionante per quanto riguarda i rimpatri non è un modo per risolvere il problema dell’immigrazione. In Libia, nonostante le difficoltà del governo Sarraj, c’è stata una collaborazione. Con una strategia che tiene insieme queste cose, con le azioni eclatanti sulla pelle di bambini e donne incinta non si risolve nulla”.
Sulle reazioni dei Paesi UE. “Vedo l’Italia sempre più isolata. La Merkel dice che la Germania ha lasciato sola l’Italia, ma non è la prima volta che lo dice. Peraltro lei, dal punto di vista dell’immigrazione, è sempre stata tra le persone più disponibili a discutere del problema. Un po’ meno la Francia, infatti mi ha colpito questa alzata di toni da parte del governo francese. Anche prima a parole abbiamo ricevuto spesso solidarietà, qui la questione è capire se effettivamente cambierà qualcosa. E devono cambiare delle regole.
La preoccupazione di un’Italia isolata c’è tutta. Abbiamo una tensione con Malta, la Tunisia aveva richiamato l’ambasciatore italiano, con la Francia siamo ai ferri corti, anche se il premier Conte ha deciso di andare a Parigi. Anche qui ho visto una roboanza di toni dicendo: facciamo saltare l’incontro e poi alla fine l’incontro ci sarà, ed è anche giusto che sia così.
L’Europa finora non si è mossa come doveva neppure sui ricollocamenti, però so anche che da quando è nata l’UE abbiamo vissuto più di 70 anni di pace, il fatto che si riacutizzino le conflittualità mi preoccupa. Do la solidarietà al nuovo governo tutta la solidarietà come opposizione per far sentire la propria voce in Europa, ma non con la forzatura di andare allo scontro.
Condivido le parole di Tajani quando dice che così rischia di saltare l’UE. E’ preoccupante che tutto avvenga via twitter, per via mediatica, perché ci possono essere anche scontri duri a livello dialettico, ma in tutto questo il lavoro da fare è un lavoro dove anche la diplomazia deve avere il suo spazio perché altrimenti si arriva a mettere muri anche tra di noi”.