"Si può agire subito per contrastare i trafficanti, bloccando i loro finanziamenti e seguendone i movimenti, condividendo l’Intelligence cosi come si è cominciato a fare con l’antiterrorismo. Adesso è l’ora". Lo afferma Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, in una intervista alla Stampa. E anche in una intervista al Corriere della Sera chiede l’intensificazione della lotta ai trafficanti di esseri umani: "Dovremmo fare con loro a livello europeo quello che già facciamo con il terrorismo: cooperazione stretta e scambio di informazioni con i Paesi di origine e di transito – dal Niger all’Egitto, dalla Tunisia al Ciad – sulle organizzazioni criminali che gestiscono la tratta. Finché parliamo di soccorso in mare parliamo dello strumento più immediato e visibile, ma anche di quello che interviene sull’ultimo anello della catena. I momenti precedenti sono diversi e ognuno di loro corrisponde ad altrettanti drammi e sofferenze per chi intraprende il viaggio: violenze, soprusi, torture, sono storie terribili. Come Ue dobbiamo avere la forza per un investimento politico, teso a rafforzare la nostra iniziativa per contrastare il traffico di esseri umani".
Mogherini concorda con la richiesta del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che nei giorni scorsi aveva chiesto ai partner della Ue "più soldi" per l’operazione Frontex: "Non c’è dubbio ci sia bisogno di maggiore sforzo economico, servono più mezzi e più misure. Su questo però non decidono i ministri degli Esteri, ma quelli degli Interni. Io ho parlato sia con il mio collega Avramopoulos sia con la presidenza lettone, che mi ha confermato l’intenzione di mettere il punto all’ordine del giorno del Consiglio Affari generali di martedì".
Anche alla Stampa Mogherini afferma che "bisogna rafforzare Triton. Più fondi e mezzi" e "dobbiamo essere più razionali nelle politiche di accoglienza, c’è una cattiva proporzione nei numeri di paesi come la Germania e di altri come l’Italia. Si impone una diversa e ampia solidarietà interna", "un approccio pienamente europeo che tutti gli Stati devono far proprio, cominciando col condividere informazioni e azioni su chi traffica di uomini e donne".
Mogherini continua: “Capisco la frustrazione degli italiani per l’ennesima disgrazia, come italiana la provo anch’io. Però si delinea anche una crescente convinzione che solo attraverso una strategia unitaria europea si possano cambiare le cose". "Questa sciagura è l’ennesimo campanello d’allarme che suona nelle capitali. L’Unione è stata fondata sul rispetto della persona e della vita umana. Non possiamo andare in giro per il mondo promuovendo i diritti umani e poi non comportarci coerentemente quando tocca a noi", "il dramma dimostra che non si tratta solo di ‘Search and rescue’ perché i soccorsi erano sul posto", "un cambio di passo è possibile e necessario. L’emergenza richiede maggiore consapevolezza".
Inoltre sottolinea che, dopo l’incontro con Renzi, "abbiamo concordato che solo con politiche comuni sull’immigrazione si potranno impedire queste tragedie", "è indispensabile – aggiunge Mogherini – che ci sia maggiore uniformità di sforzo nell’accoglienza", "per esempio la Svezia è uno dei Paesi che accoglie in assoluto più rifugiati. Ci sono alcune parti del regolamento che, se applicate interamente, potrebbero consentire una più grande condivisione del peso senza cambiare regolamento: un esempio è il ricongiungimento delle persone care".
EVITARE CHE I BARCONI PARTANO "Quest’ultima tragedia dimostra che il problema delle migrazioni e delle loro vittime si risolve solo agendo alla radice, cioè impedendo che i barconi partano". Così Federica Mogherini, che precisa: "Non è un fulmine a ciel sereno, sarebbe paradossale essere sorpresi". Mogherini, che stamane a Lussemburgo condurrà la riunione dei ministri degli Esteri europei, che verrà aperta proprio sul tema dell’immigrazione, sottolinea che "c’è bisogno che tutti si assumano le proprie responsabilità politiche e operative, e voglio anche augurarmi un vertice europeo straordinario che faccia lo stesso. Davanti a numeri che stanno assumendo proporzioni gigantesche, e una regolarità di flussi che ormai è una tendenza acclarata, occorre una presa di coscienza e l’affermazione di una posizione politica chiara e determinata".
"Dobbiamo lavorare sulle cause profonde della migrazione, soprattutto sulla instabilità della regione. Intensificare lo sforzo per la creazione di un governo di unità nazionale in Libia rimane essenziale". Esprime però perplessità su un eventuale blocco navale: "La tragedia dimostra il fatto che, una volta preso il mare, può essere già troppo tardi. I soccorsi c’erano. La vera soluzione è risolvere il problema prima che queste persone si imbarchino, raggiungano i porti di partenza. Occorre intervenire prima".
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