Nel vertice di ieri con i ministri dell’Interno europei l’Italia ha raggiunto buoni risultati. Lo assicura, rispondendo a una interrogazione alla Camera, il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che fa un vero e proprio elenco dei successi ottenuti nel vertice italo-franco-tedesco: "tempi certi, perché entro luglio si deve chiudere la partita; si comincia a rompere il muro di Dublino con la vicenda delle riallocazione, non siamo ancora soddisfatti della cifra di 24mila in due anni ma non possiamo non riconoscere che abbiamo ottenuto il riconoscimento che Dublino è superato".
Secondo Alfano "quello di Dublino "è un regolamento figlio di un altro tempo e dobbiamo prenderne atto tutti" e un altro dei successi ottenuti è che "il meccanismo della riallocazione non può avvenire su base volontaria ma deve essere vincolante". Secondo il ministro "i rimpatri sono la chiave di volta: è indispensabile rimpatriare i migranti economici che non hanno bisogno di protezione umanitaria, ma è indispensabile che sia l’Europa la protagonista delle procedure d’accoglienza: gli hot spot devono essere centri su cui interviene anche finanziariamente l’Europa. Infine non possiamo non affrontare il tema delle frontiere, stiamo ottenendo dei risultati speriamo che al prossimo vertice di capi di stato e di governo si possa completare il quadro".
Ma i colloqui internazionali non si fermano: oggi a Milano Matteo Renzi ha infatti incontrato il premier britannico David Cameron, che si è detto disponibile "a lavorare con i vostri servizi di intelligence in Sicilia dove noi metteremo persone e risorse per cercare di spezzare il ciclo vizioso dell’immigrazione e degli scafisti", mentre il nostro premier ha ribadito che quello dei migranti "non è un problema solo italiano".
Intanto in mattinata la stessa Camera ha approvato la risoluzione della presidente del comitato Schengen Patrizia Ravetto che impegna il governo a promuovere un sistema di asilo europeo che consenta un’equa ripartizione degli oneri tra gli Stati membri di primo ingresso e gli altri, che prevede due clausole molti importanti, in deroga ai criteri generali di determinazione dello Stato competente per l’esame della domanda di asilo: la clausola di sovranità e la clausola umanitaria".
Ma il problema dell’accoglienza resta anche a livello nazionale, dal momento che sempre oggi, il governatore della Regione Veneto, in una audizione in Senato, ha lanciato un allarme chiaro: "Conosciamo i bisogni dei migranti e li abbiamo aiutati spesso in passato ma oggi siamo al collasso. In Veneto abbiamo 517 mila migranti, 42 mila dei quali senza lavoro. Al momento abbiamo la timida disponibilità di 5 Comuni in tutto su 579 del Veneto". E ancora: Non possiamo pensare che la sede naturale della nuova Africa sia l’Italia, o l’Europa: questo non è pensabile, noi stiamo cercando di svuotare il mare con un secchio. Io vengo da una terra che non è razzista, abbiamo dato modo di integrarsi a tutti, ma credetemi: da noi non c’è più posto".
Appello però respinto in maniera chiara dal prefetto Mario Morcone, che a SkyTg24 replica chiaramente a Zaia: "Sono in imbarazzo a commentare questa cosa che siamo al collasso, stiamo parlando di 80mila persone di cui il Veneto accoglie il 3%, abbiamo creato un clima di pregiudizi e di ostilità da parte dei cittadini, questo sì, di paura dei sindaci di perdere consenso rispetto a questa storia".
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