C’era gia’ chi immaginava un grande corteo pacifico aperto dall’andatura lenta e barcollante dell’Apecar. Ma il tre ruote piu’ famoso d’Italia, diventato il simbolo del risveglio dei tarantini contro l’inquinamento e le morti prodotti – secondo la magistratura – dall’Ilva, non ci sara’. E non ci sara’ neppure il corteo organizzato dalle associazioni e dai comitati cittadini al quale avrebbero partecipato anche i bambini. Si voleva dire basta all’inquinamento industriale, alle morti prodotte dal Siderurgico che in 13 anni (dal 1998 al 2010) – secondo le perizie – ha provocato 386 decessi, 30 ogni anno.
Il questore di Taranto, Enzo Mangini, teme che ci possano essere degli scontri e ha blindato la citta’ in occasione della visita di venerdì dei ministri dell’ambiente e dello sviluppo economico, Corrado Clini e Corrado Passera. Lo ha fatto per motivi di ordine e di sicurezza pubblica. Ha vietato qualsiasi corteo e ogni manifestazione davanti e nei pressi della prefettura, dove i ministri dalle 11.30 incontreranno il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, gli enti locali, l’autorita’ portuale, il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, i sindacati, Confindustria, parlamentari di Pdl, Pd, Udc e Fli e il vescovo di Taranto, mons.Filippo Santoro. Il divieto e’ una legnata per il ‘Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti’, che aveva organizzato il corteo e che annuncia ora che si atterra’ alle prescrizioni della questura: domani terra’ un’assemblea pubblica dalle 8.30 in piazza Maria Immacolata. ‘Pero’ – sottolinea Cataldo Ranieri, carismatico portavoce del comitato – chiediamo ai ministri di farci partecipare agli incontri: vogliamo essere ascoltati, lo pretendiamo, altrimenti non ci fermeremo. Domani con la citta’ decideremo il futuro di Taranto perche’ siamo stanchi di piangere i nostri morti’.
Il comitato, del quale fanno parte anche operai dell’Ilva come Ranieri, minaccia anche di portare nella piazza (‘in spalla’) il motocarro Ape il cui uso – sottolinea amareggiato Massimo Battista in una conferenza stampa organizzata in un giardino comunale – ‘e’ stato interdetto perche’ viene definito nell’ordinanza del questore un pericolo per l’incolumita’ pubblica’. ‘Se il nostro Apecar e’ un pericolo – tuona Ranieri – i veleni che respiriamo possiamo invece continuare a respirarli a pieni polmoni’. Nell’ordinanza c’e’ scritto – legge Battista – che vi e’ il ‘divieto di utilizzo dei veicoli che in presenza di gruppi di manifestanti potrebbero costituire pericolo per la sicurezza e l’incolumita’ pubblica; Lo capite? Si fa riferimento al nostro Apecar sul quale vendiamo frutta e verdura’. ‘Questo significa – conclude – che il nostro Apecar ha fatto piu’ danni di un F-35′.
Contro il divieto di manifestare e’ insorta la Cgil pugliese secondo cui ‘la liberta’ di manifestare non deve mai essere intaccata’ e la ‘democrazia non puo’ subire mortificazioni in un momento in cui la citta’ di Taranto ha bisogno di dare prova di maturita’ e senso civico’. ‘Profonda indignazione e preoccupazione’ viene espressa dalle organizzazioni di studenti universitari Link, Uds e Unione degli Studenti, e la ‘Rete della conoscenza’ cui aderiscono. Insomma, domani in piazza non ci sara’ l’Apecar che il 2 agosto scorso interruppe il comizio dei leader sindacali e dietro il motocarro non potra’ sfilare il quarto stato contemporaneo che la citta’ cercava da tempo ma si dovranno comunque fare i conti con un’ampia porzione di cittadini che non ci sta piu’ a dover scegliere tra lavoro e vita.
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