Con una maggioranza non troppo ampia, di 151 voti favorevoli, il governo ha incassato l’ok del Senato con la fiducia, la trentaquattresima del governo Renzi, sul decreto per l’Ilva e la riqualificazione della città di Taranto. Un decreto criticato dalle opposizioni, sia per il ricorso all’ennesima fiducia su un provvedimento che non prevede misure strutturali ("mi sto chiedendo per quale motivo il Presidente del Consiglio si stia tanto affannando sulla riforma costituzionale, dal momento che mi pare che il superamento del bicameralismo sia avvenuto pienamente" ironizza Loredana De Petris, Sel), lascia irrisolti i problemi principali dell’Ilva (per Paola Pelino, Fi, "è in vigore dal 5 gennaio e dunque esplica suoi effetti da quasi due mesi., ma a partire da oggi si ferma anche l’altoforno 5 che garantisce circa il 50 per cento della produzione di ghisa"), nega il principio della responsabilità per i danni ambientali e non segna un’inversione di tendenza rispetto ai problemi di inquinamento dell’area ("si parla di una bonifica di cui si era già parlato tre anni fa, per la quale già erano stati stanziati 110 milioni – dice Paola Nugnes, M5S – Finalmente ci accingiamo ad usarne due di quei 110 milioni, ossia si provvede adesso a bonificare, forse, lo 0,1 per cento del territorio che dovrebbe essere bonificato") .
Ma per Paolo Tomaselli del Pd, "l’approvazione del decreto Ilva è motivo di grande soddisfazione per chi, come me, ha seguito da vicino negli ultimi tre anni il dramma e il travaglio di una vicenda che ha colpito in primo luogo la città di Taranto ma che, per importanza, ha avuto e ha un rilievo enorme per l’intero Paese", in particolare perché "la politica ha potuto dare con questo provvedimento una risposta definita e complessiva alla ferita inferta in passato ai lavoratori dello stabilimento e agli abitanti della città che ospita il principale polo siderurgico europeo".
Le modifiche migliorative introdotte in Commissione, e confermato nel maxiemendamento con cui il governo ha cristallizzato la situazione, prevedono che tra i crediti anteriori all’ammissione delle imprese strategiche alla procedura di amministrazione straordinaria siano prededucibili soltanto quelli riguardanti prestazioni di risanamento ambientale. All’articolo 2 si prevede che il ministro dell’ambiente presenti semestralmente una relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del piano, che si intende attuato se sia stato realizzato, antro il 31 luglio 2015, l’80 per cento delle prescrizioni in scadenza. La Regione Puglia è autorizzata a potenziare il settore di oncologia pediatrica nella provincia di Taranto.
Sono sospesi i termini dei versamenti di tributi erariali per le imprese di autotrasporto e per le piccole imprese che vantino crediti nei confronti di Ilva. Per consentire la rimodulazione del piano di ammortamento di mutui e finanziamenti per le Pmi che vantano crediti verso imprese di carattere strategico in amministrazione straordinaria, il Governo concorda con le banche le misure necessarie a sospendere il pagamento della quota capitale delle rate per gli anni dal 2015 al 2017.
Per il sostegno alle imprese fornitrici è previsto anche il ricorso al Fondo di garanzia. All’articolo 3 si autorizza il commissario a richiedere il trasferimento delle somme sequestrate per soddisfare i crediti prededucibili, e a contrarre finanziamenti per 400 milioni di euro, assistiti dalla garanzia dello Stato, per realizzare gli investimenti di risanamento ambientale. Alla messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi sono destinati 10 milioni di euro. E’ previsto il ricorso ad anticipazioni del Fondo di rotazione per pagare gli oneri derivanti dalle sentenze di condanna della Corte di giustizia europea. All’articolo 6 si prevede che il commissario straordinario predisponga un programma di misure a medio e lungo termine per la bonifica dell’area di Taranto. Il commissario straordinario può anche definire procedure volte a favorire l’impiego di lavoratori provenienti dai bacini di crisi.
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