Sono undici le violazioni amministrative alle prescrizioni della legge ‘Salva Ilva’ che l’Ispra ha contestato all’azienda al termine della prima ispezione (5-7 marzo scorso) e per le quali l’Istituto chiede il pagamento di una sanzione amministrativa fino al 10% del fatturato dell’Ilva risultante dall’ultimo bilancio approvato (la legge 231/2013 esclude la possibilita’ di estinzione tramite pagamento in forma ridotta). Il verbale di accertamento e la notifica della violazione amministrativa e’ stato inviato all’Ilva, al prefetto di Taranto (che irroga la sanzione) e al ministero dell’Ambiente da Alfredo Pini, responsabile delle attivita’ ispettive dell’Ispra e protocollato il 22 maggio scorso dal Garante dell’Aia per l’Ilva.
La norma violata, secondo gli accertamenti degli ispettori, e’ il comma 3 del decreto legge 207/2012 poi convertito nella legge ‘Salva Ilva’, e la mancata osservanza delle disposizioni in alcuni periodi stabiliti riguarda – tra l’altro – la chiusura dei nastri trasportatori, la nebulizzazione di acqua con apposite macchine per la riduzione delle particelle di polveri sospese, superamenti della durata delle emissioni inquinanti e omesse comunicazioni all’autorita’ competente e agli enti di controllo delle non conformita’ ai limiti di emissione.
Nel verbale si spiega che non e’ stata possibile l’immediata contestazione del verbale al trasgressore in quanto l’analisi di atti e documenti e i rilievi fotografici acquisiti durante il sopralluogo hanno comportato la necessita’ di successiva elaborazione, confronto e validazione. Entro 30 giorni dalla notifica o contestazione ‘gli interessati’ possono far pervenire scritti difensivi e documenti all’autorita’ competente da cui possono chiedere di essere sentiti.
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