Ilaria Cucchi è intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus, intervistata da Matteo Torrioli. Sulla presentazione del film “Sulla mia pelle” al Festival di Venezia. “Ieri è stata un’emozione indescrivibile – ha affermato Ilaria Cucchi -. Posso riassumere la serata e il film nel momento dell’abbraccio con gli attori, le lacrime e la commozione mia e di tutti quelli che hanno avuto un ruolo in questo film. E’ stato per noi un momento importantissimo dal punto di vista umano, perché a questo film va il merito di restituire un’anima, un cuore e un vissuto a quello che è un caso giudiziario che conoscono tutti. Questo film è drammaticamente vero e drammaticamente attuale. Questo film è stato scritto, girato esclusivamente sulle carte, questo vuol dire che non racconta niente di diverso sui giorni della morte di mio fratello, morte lenta, in condizioni atroci, morte nel dolore e nel disinteresse generale. La verità è chiara e la si vede chiaramente in questo film. Sento che tutti coloro che hanno partecipato al film vogliono bene a Stefano e hanno fatto questo film per amore della verità”.
Riguardo le polemiche legate ai finanziamenti del film sollevata da Gianni Tonelli, ex segretario del Sap, oggi deputato leghista e alimentata sul web da chi accusa Ilaria Cucchi di farsi pubblicità.
“Queste cose mi fanno sorridere – ha dichiarato Ilaria Cucchi -. Io da questo film non ho nessun ritorno economico e ne vado fiera. Tutti coloro che affermeranno il contrario saranno costretti a dimostrarlo in un’aula di tribunale. Tonelli, come anche Maccari e Capece, appartengono a quei sindacati che dicono di rappresentare le forze dell’ordine, ma sappiamo che le forze dell’ordine, per la maggior parte, non si riconoscono in quello che vanno affermando queste persone. Persone come Tonelli e Maccari hanno per anni speculato sulla morte di mio fratello per ottenere visibilità, come già era avvenuto in passato con la morte di Aldrovandi. Infatti sono imputati in un processo per le dichiarazioni che hanno fatto nei confronti delle nostre famiglie. Non c’è nulla da speculare su questo film, racconta la realtà nuda e cruda ed è proprio un pugno allo stomaco. Semmai ci sarebbe da tacere, o forse da chiedere scusa e da fare un passo indietro, ma mi rendo conto che è qualcosa di impossibile”.