Dopo la tragedia del crollo del ponte Morandi, abbiamo assistito all’attacco immediato degli esponenti del Movimento Cinque Stelle (ministro Toninelli in primis), che si sono scagliati contro la società Autostrade, da loro indicata come unica responsabile. Occorre ricordare che i processi sommari, fatti unilateralmente e seduta stante, appartengono ai regimi dittatoriali e risultano intollerabili.
Quanto alle responsabilità della società Autostrade, vanno appurate con un metodo legale e con un’indagine seria, che deve considerare il progetto originale dell’opera, i materiali e la metodologia della sua costruzione, i lavori eseguiti nell’arco di mezzo secolo, le attività di manutenzione svolte e i controlli esercitati dalle autorità che ne avevano la responsabilità.
Per nostra fortuna, siamo ancora in uno Stato di diritto e il procuratore della repubblica di Genova, che ha preso in mano il compito di accertare le responsabilità del crollo e della tragica morte di tante persone, ha messo un freno a coloro che volevano avere immediatamente un colpevole da additare al ludibrio pubblico e da impiccare, secondo i metodi del peggior giacobinismo.
Appare comunque prevedibile che risulteranno gravi responsabilità della società a cui era affidata la manutenzione del viadotto. Probabilmente il ponte doveva essere chiuso, per procedere a una più ampia revisione e a un completo ammodernamento delle sue strutture. Ma c’è da immaginare le proteste, se il transito fosse stato interrotto.
Lo stesso fondatore del M5S, Beppe Grillo, aveva liquidato come “favoletta” il rischio di crollo del ponte. Il M5S dovrebbe essere considerato corresponsabile di una tragedia che si sarebbe potuta evitare, perché i suoi esponenti si sono da sempre opposti alla costruzione del Terzo Valico e della Gronda.
Per i lettori che non conoscono la realtà locale, dobbiamo chiarire perché il Terzo Valico e la Gronda siano così strettamente relazionati con il ponte Morandi, che, è bene ricordarlo, per mezzo secolo è stato l’unico e obbligato percorso autostradale in Liguria, da Ponente a Levante e viceversa.
Il Terzo Valico è il nuovo percorso ferroviario che, attraversando gli Appennini Liguri, collegherà Genova con Milano, il Nord Italia e il Nord Europa. Questa nuova linea sostituirà la ferrovia attuale, progettata più di un secolo fa, che ha raggi di curve e pendenze elevate, assolutamente non adatte ai treni moderni e che non permettono di incrementare il flusso ferroviario. La nuova linea sarà destinata principalmente al traffico delle merci, buona parte del quale potrà passare da gomma a rotaia. Questo significa che, quando il percorso del Terzo Valico sarà finalmente in funzione, si ridurrà fortemente il traffico degli autoarticolati pesanti che viaggiano sull’autostrada.
Questa riduzione di traffico avrebbe interessato direttamente il ponte Morandi, perché avrebbe ridotto di molto il numero di tir carichi di containers che lo percorrevano, avendo per destino (via le autostrade A7, o le A10 e A26) tutto il Nord Italia.
Oggi il Terzo Valico, dopo lunghe polemiche e boicottaggi pluridecennali, è in costruzione molto avanzata e – Toninelli permettendo – dovrebbe essere completato entro il 2022.
Quanto alla Gronda, questa avrebbe interessato ancor più direttamente il ponte Morandi, perché è il nuovo percorso autostradale intorno a Genova, che deve collegare i lati di Ponente e di Levante. Ne erano stati pensati vari percorsi. La Gronda Bassa prevedeva un nuovo ponte proprio al lato del Morandi. La Gronda Alta, che finalmente è stata approvata, è progettata per essere costruita un poco più a Nord, ma compie la stessa funzione, che è quella di facilitare e assorbire il traffico in senso Est/Ovest e viceversa.
Occorre precisare che non si tratta solo di sostituire il ponte Morandi, ma di avere intorno a Genova un nuovo percorso autostradale più moderno, perché a continuazione del ponte Morandi l’attuale autostrada, verso Ponente, è un tortuoso e stretto percorso in mezzo alle case e senza una corsia di emergenza, tratto che è necessario sostituire e lasciare al solo traffico locale.
Per la gronda il progetto esecutivo è pronto e i lavori dovrebbero iniziare l’anno prossimo. Sono previsti ben otto anni per la sua costruzione, ma date le circostanze dobbiamo augurarci che, burocrazia italiana permettendo, sia possibile accorciare i tempi.
Non si tratta quindi di una nostra opinione: tutti coloro che hanno ritardato il Terzo Valico e l’inizio dei lavori della Gronda, impedendo più moderne ed efficienti soluzioni, hanno consentito il sovraccarico del ponte Morandi, progettato e costruito quando il traffico era la quinta parte dell’attuale e gli autoarticolati di più di 45 tonnellate neppure esistevano. E quindi, in ultima analisi, sono corresponsabili della sua rovina.
Il fatto che i grillini si considerino fuori dalle responsabilità è da controbattere perché non sono nati ieri. Da molto tempo sostengono posizioni retrograde e pregiudizievoli (anti-TAV, anti-TerzoValico e anti-Gronda), che fortunatamente il Partito Democratico, occorre dirlo a suo merito e a onor del vero, ha abbandonato da anni.
Per finire, adesso il M5S sostiene che le autostrade andrebbero nazionalizzate. Il che sarebbe come curare le ustioni con il fuoco. Certo a costoro piacerebbe prendere il comando di un enorme e dispendioso carrozzone pubblico. Ai pentastellati va chiesto piuttosto di riparare le migliaia di buche delle strade di Roma, città che loro amministrano pro-tempore. Ci auguriamo che gli italiani non siano immemori delle cattive passate gestioni delle aziende statali e degli enormi debiti accumulati, che purtroppo pesano ancora su tutti noi.