Lo sciopero e la manifestazione di venerdì non sono stati un successo per la CGIL. Anzi, sono stati un flop, per le poche adesioni. Eppure, il segretario nazionale di tale sindacato, Maurizio Landini, mostra un certo attivismo. E’ spesso presente nei talk show ed è molto attivo nel contestare il Governo.
A questo punto, sorgono alcune domande: Landini sta facendo tutto ciò per un’aspirazione politica? Il segretario generale della CGIL aspira forse a diventare segretario del Partito Democratico?
L’attuale segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, sta colando a picco in termini di consensi anche nel suo stesso elettorato. Tanti esponenti democratici contestano la loro leader. Un esempio è il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Molti esponenti democratici vorrebbero far fuori Schlein, politicamente parlando. Forse propri questo potrebbe essere il vero motivo del rifiuto di Elly di partecipare all’evento di Atreju di Fratelli d’Italia.
Questo rifiuto potrebbe essere dettato dal nervosismo e dalla paura dell’ex-vice-presidente della Regione Emilia-Romagna. La segretaria in carica del PD si sente messa in discussione. Se fosse rimossa dalla segretaria democratica o costretta a dimettersi, Landini potrebbe anche proporsi come suo successore.
Del resto, negli anni, i sindacati sono stati dei veri e propri trampolini di lancio per coloro che volevano fare politica nella sinistra. Basta pensare, per esempio, a Fausto Bertinotti, a Sergio Cofferati e a Guglielmo Epifani. Tra l’altro, Landini detta di fatto la linea politica del PD. Possiamo dire che vi è stata una trasformazione del partito e del sindacato. Tra Partito Democratico e CGIL vi è una vera e propria saldatura.
Il sindacato non è più la “cinghia di trasmissione” tra il mondo operaio e il partito, ma è diventato parte del partito stesso, di fatto. Elly Schlein segue la linea della CGIL, ma forse Landini vorrebbe esercitare il controllo diretto sul Partito Democratico e gestire il tutto in prima persona.
A questo punto, starebbe aspettando l'”incidente” che potrebbe portare alle dimissioni di Schlein e potrebbe fare il “grande salto” e prendere il controllo diretto del Pd. Politicamente parlando, però, Landini sarebbe una sorta di “Elly Schlein al maschile, col vocione e senza l’armocromista”.
L’unica differenza starebbe nel seguito di Landini, che è certamente più corposo di quello di Schlein nel Partito Democratico stesso, ma la linea politica non cambierebbe e rimarrebbe di sinistra radicale.