Probabilmente l’ex leader della Lega Umberto Bossi non ricorda che il Nord Italia si è evoluto grazie all’aiuto dei meridionali, i quali hanno pagato lo scotto di tale scelta rimanendo ai margini della vita socio-economica della nazione italiana, poveri e discriminati.
Bossi sostiene che i meridionali, esattamente come gli africani, devono essere aiutati “a casa loro”, altrimenti invadono il Nord Italia. Si tratta di un’ennesima provocazione, discriminatoria e razzista, che, a quanto pare, è veicolata dalla maggior parte dei mass media, che vogliono il predominio dei partiti di destra. Matteo Salvini, dal canto suo, sostiene che in Italia c’è bisogno di rigore e disciplina.
Così avviene che gli africani e gli italiani del Sud Italia, definiti “terroni”, siano posti sullo stesso piano, in barba al nazionalismo di cui tanto si parla, che sarebbe meglio definire “nordismo” puro. Anche Bossi, il “celodurista”, ritorna sulla scena a profferire le sue assurde opinioni, dopo anni di silenzio.
Il Sud deve rispondere a tali provocazioni: deve farlo subito con forza e determinazione, con il coraggio delle idee che non mancano certo ad un popolo che, a differenza di come viene dipinto da alcuni leghisti fanatici, ha dato i natali ad illustri personaggi della letteratura, del cinema, della scienza, nonché ad alcuni politici illuminati e a filosofi di notevole spicco.
Studiate la storia, cari leghisti, se volete governare il Paese e deponete le armi dell’odio e del razzismo. Finitela di agitare gli animi e di alimentare il divisionismo. Il Sud Italia non ha bisogno di voi perché può farcela da solo. Se il popolo meridionale vi voterà è certo che ratificherà ancora la propria disfatta, se, invece, finalmente vuole reagire deve dar vita ad un movimento di giovani, sorretti da idee e progetti che modifichino il modo di fare politica perché viva l’equità e la giustizia sociale.