Si è chiuso oggi a Palermo il Seminario dei giovani italiani nel mondo, che ha portato nel capoluogo siciliano 115 ragazzi con l’obiettivo di creare una rete di giovani italiani all’estero. All’Università di Palermo il Seminario si è chiuso con un confronto sui documenti finali, presentati dai delegati, e le istituzioni.
Intervenuti Fabrizio Micari, Rettore dell’Università degli Studi di Palermo; Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo; Vito Petrocelli, Presidente della Commissione Affari Esteri del Senato; Maria Chiara Prodi, Presidente Commissione VII del CGIE “Nuove migrazioni e generazioni nuove”. Le conclusioni sono state affidate a Michele Schiavone, Segretario Generale del CGIE.
Proprio Schiavone, nel tuo intervento di chiusura ha detto: “Il nostro compito è mettere a sistema la rete che state costruendo”, vogliamo spronarvi a “tenere alta la bandiera della gioventù italiana nel mondo”. Il Seminario di Palermo “si colloca all’interno di una volontà di cambiamento”: fondamentale, in questo senso, “la forza e il coraggio della gioventù: su questo è necessario “investire per cambiare”, ha concluso il Segretario Generale CGIE.
SINDACO ORLANDO
La presenza di giovani qui a Palermo, ha sottolineato il sindaco Leoluca Orlando intervenuto nell’ultima giornata di lavori del Seminario, “conferma che essere italiani è una scelta. Potrebbero essere cittadini tedeschi o argentini e hanno scelto di restare italiani. L’identità è una scelta libera”.
Tante le “seconde patrie” di Orlando: “Germania, Georgia, Colombia, Canada, Francia. In ognuno di questi Paesi – racconta il primo cittadino – ho avuto modo di rendermi conto che siamo tutti chiamati a coniugare radici e ali”. Perché, spiega ancora Orlando, “se abbiamo solo le radici rischiamo di rimanerne soffocati, se invece abbiamo solo le ali rischiamo di essere aquiloni sottoposti a qualunque colpo di vento”. E i giovani presenti a Palermo sono “la dimostrazione che è possibile coniugare radici e ali”.
“Il senso dei Comites, quando non diventano burocrazia di un’emigrazione che non c’è più, è quello di far convivere il gatto, il cane e il topo”. A Palermo “il gatto, il cane e il topo passeggiano insieme”. Palermo è una città accogliente: “Non solo nei confronti dei migranti ma anche dei turisti. Siamo la terza città turistica dopo Roma e Milano”, ha concluso Orlando.
SEN. RAFFAELE FANTETTI
Tra i presenti all’evento, anche il Sen. Raffaele Fantetti, Forza Italia: “Noi che rappresentiamo gli italiani all’estero in Parlamento siamo ben disposti a raccogliere gli input che derivano da eventi come questo, che dovrebbero essere a cadenza regolare e non ogni dieci anni”. Il Seminario di Palermo è un’occasione “per sfruttare il potenziale non solo degli italiani all’estero, ma in particolare dei giovani”.
SEN. LAURA GARAVINI
“La partecipazione e l’entusiasmo di così tanti giovani, provenienti da tutto il mondo, è il più bel segnale che si possa dare a chi dice che i ragazzi sono lontani dalla politica. Al contrario, la loro partecipazione attiva a questo seminario dimostra che non è così. E che proprio da loro possiamo ripartire per creare un ulteriore legame molto più duraturo con le nostre comunità nel mondo”. È quanto ha dichiarato al Senatrice Pd Laura GaravinI. “Investire nel rapporto con i rappresentanti più giovani dei nostri connazionali all’estero significa creare una rete ed un coordinamento che vadano oltre questo convegno”.
SILVANA MANGIONE, CGIE
“Siete la visione più bella”. Silvana Mangione, vicesegretario generale per i paesi Anglofoni Extra Europei del Consiglio generale degli italiani all’estero, si rivolge ai ragazzi che da tutto il mondo sono a Palermo per il Seminario dei giovani italiani nel mondo. “Conquistate gli spazi che vi permettono di tenere viva la rappresentanza”, ha detto ancora Mangione ai giovani presenti ieri a Palazzo dei Normanni. Anche perché, sottolinea, “senza la rappresentanza le comunità italiane all’estero andrebbero disperse”.
ON. MASSIMO UNGARO
“E’ importante che i ragazzi creino una rete per conoscere le due anime dell’emigrazione: gli italiani che sono nati all’estero e quelli che invece sono nati in Italia ma sono emigrati”. Secondo il deputato dem eletto nella ripartizione estera Europa è necessario “scambiare esperienze e opinioni per far capire all’Italia che esiste una grande risorsa all’estero”.