Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervistato da La Stampa, si dice preoccupato dall’irremovibilità dei leader europei sui conti pubblici italiani. “Non ho mai pensato che fosse uno scherzo, ma la situazione è davvero complicata”. “Riteniamo di avere i conti in ordine – ribadisce comunque Conte – e confidiamo nelle nostre ragioni. Non accettiamo stime che non corrispondono alla realtà”.
Dire che l’Europa ha stime fuori dalla realtà è impegnativo… “Lo posso dire perché noi semplicemente, grazie al nostro monitoraggio, abbiamo certificato flussi di cassa, risparmi di spesa e maggiori entrate. Lo dimostreremo mercoledì quando sarà approvato l’assestamento di bilancio, dopo che venerdì la Corte dei conti si sarà espressa”.
“Io sto contestando le loro stime di crescita e sto fornendo una certificazione delle mie stime attraverso l’assestamento. Per quanto riguarda le regole ho aperto una discussione con la mia lettera che è politica. In una famiglia si discute”. Non è che stanno facendo pagare all’Italia le frasi di Di Maio e di Salvini? “Sarebbe grave. Perché se si dice che si applicano le regole e poi ci si irrigidisce per frasi o atteggiamenti vuole dire che le regole si applicano per reazioni emotive e punitive. E non va bene”.
Il commissario Moscovici ha detto che la procedura è giusta, perché le regole ci sono e sono intelligenti. “Io da giurista lo contesto. Le regole non sono intelligenti, le regole vanno interpretate. Se quella fosse un’interpretazione di quella regola non sarebbe intelligente”.