Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervistato dal Corriere della Sera, assicura: “Il governo terrà: anche dopo le Europee. Ho visto che Fitch ci classifica come Paese stabile con prospettive negative legate soprattutto all’instabilità politica; addirittura ipotizza elezioni anticipate in questo 2019. Sinceramente, questa instabilità non riesco proprio a vederla. Per questo rimango convinto che andremo avanti. La spinta per il cambiamento e le riforme non si è ancora esaurita”.
“Passo lunghe ore a lavorare a Palazzo Chigi”, spiega Conte. “Ma viaggio anche molto per l’Italia. E credetemi: la voglia di archiviare la vecchia politica e i vecchi partiti non solo rimane intatta ma in questi mesi si è consolidata, nell’opinione pubblica. D’altronde, mi pare che i sondaggi ci diano un consenso alto, inusuale nello stesso contesto europeo. Non può essere un caso o un errore”.
“Forse, e sottolineo forse, perché la campagna elettorale sarà lunga, durerà fino a maggio inoltrato”, precisa, “potrebbe anche accadere che le forze della maggioranza possano ricevere un consenso proporzionalmente diverso rispetto alle Politiche del 4 marzo di un anno fa. Ma se anche accadesse, questa esperienza di governo non ne risulterebbe condizionata”.
“So di avere l’appoggio e il sostegno di leader politici avveduti e responsabili, che dunque non compiranno l’errore madornale di interrompere l’esperienza di un governo nato per realizzare un ampio disegno riformatore, con un programma che ambisce a coprire l’intera legislatura. Sarebbe un errore per quello che stiamo facendo, e soprattutto per quanto resta da fare. Ci sono quattordici decreti attuativi in attesa di entrare in vigore. È questa la ragione per la quale non vedo scosse né dopo il voto in Sardegna, né dopo le Comunali in Sicilia; né, ripeto, dopo le Europee”.
Conte assicura che “è da escludersi l’imposizione di una patrimoniale. Ed escludo una manovra correttiva, anche perché è stato inserito il meccanismo cautelativo che prevede il blocco a luglio della spesa per due miliardi di euro nell’ipotesi che i conti pubblici non siano in linea con le previsioni”.
“So quanto costa e quanto sia insidioso ignorare gli effetti di uno spread alto: per i nostri conti, per gli investimenti, e per la stessa credibilita’ internazionale dell’Italia. Ma non puo’ essere un totem che condiziona ogni scelta di politica economica”.