La liberta’ di ciascuno finisce dove inizia la liberta’ dell’altro: e’ la regola ferrea che sta alla base della convivenza civile e del rispetto comune. Eppure, in questa nostra societa’ schizofrenica, in cui la vita degli altri e’ diventata più importante della nostra, la stampa ha avuto un ruolo via via più prepotente e dissacratorio proprio grazie all’alibi di una malintesa liberta’, diventata assoluta e insindacabile. Si e’ cominciato a dar fuoco alle polveri dell’ingerenza impietosa nella vita privata delle persone prima per distruggere la reputazione del nemico numero uno della Repubblica, tale Silvio Berlusconi, diabolico tiranno dai mille volti e risvolti; si e’ continuato con la derisione orchestrata abilmente dei suoi ministri, poi dei suoi amici e sodali, e perfino dei suoi elettori, fino al dissanguamento, liberatorio per tutti, per gli avversari, e ancor di più per i simpatizzanti ormai esausti. Potenza delle rotative, reali e virtuali. Dopo la caduta del muro, quello della vergogna, su scala internazionale, ci si aspettava una tregua: dal gossip, dalle intercettazioni, dai segreti di Stato rivisitati a cadenza ciclica, dalle maldicenze, dalle interpretazioni e dalle sceneggiature d’ autore.
E invece no: al contrario, nel delirio febbrile di pseudogiornalisti di nuovo conio, bramosi di visibilita’ e di denaro, l’asticella si alza ogni giorno di più, fino a toccare i più amati e i più rispettati, da Napolitano a Benedetto XVI, in un gorgo infernale dettato dalla volonta’ di distruzione dei fondamentali democratici e culturali della nostra civilta’; il cupio dissolvi di gente senza valore e senza principi che punta allo sfascio.
A chi puo’ giovare il proliferare di notizie interpretate a senso unico e propedeutiche solo alla delegittimazione delle nostre figure più rappresentative? A congiurati internazionali? A poteri forti altrettanto misteriosi? No, sostengono gli autori di queste eroiche gesta, servono a rafforzare la democrazia attraverso la partecipazione consapevole.
Parole al vento, prive di senso logico: siamo sicuri che ricorrere alla ricostruzione mediatica e cinematografica possa servire a far conoscere la verita’ "vera" su piazza Fontana, sulla morte di Moro, di Falcone e Borsellino, su Ustica e Sigonella? E quale decisione dolorosa si sono portati nella tomba Cossiga, Zaccagnini e Martinazzoli per non aver ceduto a trattative con i brigatisti? Chi puo’ dire cosa sarebbe stato meglio dinanzi alle perdite umane, se mantenere il 41 bis o trattare con la mafia? Anche uno Stato democratico deve avere i suoi segreti e lasciarli al giudizio della Storia, non certo della parte del popolo più esaltata e vendicativa.ma scandalistica, anzi, scandalosa.
Discussione su questo articolo