Che il Popolo della Libertà ci stia perdendo a dare l’appoggio al governo Monti è cosa assodata. Il Popolo della Libertà non sta guadagnando nulla da tale situazione. Intendiamoci, l’elettorato di centrodestra non passa al centrosinistra. Tuttavia, quest’ultimo rischia di vincere perché dall’altra parte c’è un partito – il PdL, appunto – che ha perso la sua identità.
Gli elettori di centrodestra si astengono, quando questi hanno solo la percezione che la loro compagine di riferimento si sia allontanata da loro. Il Popolo della Libertà era il partito che puntava a ridurre le tasse e la burocrazia e a fare la riforma federale e quella presidenziale. Oggi, esso appoggia un governo che sta facendo il contrario ed è alleato con chi non vuole le riforme.
Ora girano anche delle notizie inquietanti. Pare infatti che nel partito ci siano dei sostenitori di un’alleanza con il Partito Democratico. Il candidato premier di questa strana coalizione dovrebbe essere l’attuale ministro delle Attività Produttive, Corrado Passera. A questi propugnatori di questa incomprensibile alleanza, vorrei dire che farebbero bene a recedere da questo proposito. In primo luogo, in nessun Paese normale destra e sinistra vanno insieme. In secondo luogo, in questa alleanza vincerebbe sempre la sinistra. Gli elettori di sinistra votano sempre. Sono militarizzati. Gli elettori di centrodestra, invece, quando vedono che la coalizione non va bene, non votano.
Qui si rischia di consegnare il Paese ad una minoranza, qual è l’elettorato di centrosinistra, perché la maggioranza non riesce ad avere una compagine che la rappresenti degnamente.
Il Popolo della Libertà deve ritrovare la propria identità nell’ideologia cattolica, in quella liberale e nella destra. Deve tornare a parlare di sussidiarietà, di federalismo e di riduzione della spesa pubblica e delle tasse. Se non lo facesse rischierebbe solo di consegnare il Paese a questa sinistra o all’antipolitica.
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