I poveri in Russia rimpiangono l’Unione Sovietica. A loro poco importa che oggi il Paese sia più ricco, che si voti, che si possa viaggiare, che si possa perfino criticare il governo: importa che prima lo Stato gli offriva un lavoro, dunque un minimo reddito, e oggi no. La mentalità di chi e’ “veramente povero” e’ la stessa in ogni tempo e luogo. Chi e’ alla disperazione e’ felice anche del minimo e per averlo e’ disposto a rinunciare a beni importanti. A cominciare dalla libertà. Ad un massimo di libertà corrisponde un massimo di “responsabilità” e di “insicurezza”, ad un massimo di “schiavitù” corrisponde un massimo di “irresponsabilità” e di “sicurezza”.
Ecco perché c’e’ chi rimpiange l’Unione Sovietica. Quello Stato “faceva finta di pagare i lavoratori che facevano finta di lavorare”, ma li assumeva tutti. Chi non e’ sicuro di procurarsi una “pagnotta” e’ pronto a “riverire” chi, in cambio della sua libertà e della sua dignità, quella pagnotta gliela assicura. Questa mentalità non e’ solo russa. Mentre l’americano ha nel suo Dna lo spirito dei “pionieri” e accetta di essere licenziato, l’italiano ha nel suo Dna la paura delle “invasioni barbariche”, della fame, del padrone crudele e dell’insicurezza. Per questo “adora” l’impiego statale. La paga e’ bassa ma non ci si strapazza (“si fa finta di lavorare”) e soprattutto si e’ sicuri di mangiare, seppure poco, ma fino alla morte, meglio di niente. Anche la legislazione sul lavoro privato tende a farlo somigliare quanto più e’ possibile a quello statale, cercando di evitare soprattutto il massimo pericolo: quello di essere licenziati e ributtati sul mercato e lottare per trovarsi un altro impiego, come ormai avviene in tutti i Paesi del mondo. Da questo nasce una concezione “tipicamente” italiana del lavoro che i giovani considerano “normale”. Non pensano tanto ad acquistare un’abilità (come ce l’ha l’idraulico, l’elettricista’, il falegname, il muratore, il chirurgo, l’ingegnere ecc.) che sia poi “richiesta e ben pagata” dal mercato. Si pensa al “miracolo di un’assunzione statale” che assicuri uno stipendio minimo vita natural durante, anche se non si sa far niente. Per questo uno dei mestieri più “ambiti”, e per il quale ci si fa raccomandare, e’ quello di portalettere: lì basta saper leggere gli indirizzi.
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