Alla Germania la responsabilita’ di adottare misure straordinarie per salvare l’euro. Nonostante la gente comune tedesca si senta fuori dalla crisi. Perchè in realtà l’Europa e’ tutta una bolla. E se la tendenza si vuole invertire, ci sono tre mesi di tempo. Cosi’ il quadro della crisi dell’euro e le misure da adottare, secondo il finanziere George Soros, tracciato oggi al Festival dell’economia di Trento. ‘Il futuro dell’euro dipende dalla Germania’. E’ la conclusione portata dal finanziere, in un incontro moderato da Federico Fubini.
Dopo il crac Leeman Brothers nel 2008,e’ stata la cancelliera Angela Merkel, dice Soros, a decidere che ‘ogni iniziativa sarebbe stata assunta dai singoli Paesi e non dall’Unione Europea’. Si e’ creata cosi’ una sorta di differenza tra Paesi della ‘periferia’ e del ‘centro’. ‘Ogni Paese di periferia – ha aggiunto – si e’ trovato nella posizione di una nazione del Terzo Mondo, indebitata in una valuta che non controlla’. A cio’, secondo il finanziere, si aggiunge il fatto che le crisi dei debiti sovrani e quelle bancarie sono strettamente correlate. A questo punto la Germania ‘da paese creditore dovrebbe riconoscere la propria responsabilita’. Certo capisco – ha sottolineato Soros – la difficolta’ del governo a convincere i tedeschi, che non hanno deflazione, hanno posti di lavoro anche per gli immigrati e sono ben riluttanti ad investire all’estero. Il governo tedesco dovrebbe avere una forza straordinaria per invertire la tendenza’. ‘Le misure straordinarie – ha proseguito Soros – ora devono rispettare i Trattati, i cui errori saranno da rivedere in un momento di maggiore calma. La tendenza della Germania sembra pero’ a fare solo quanto serve per mantenere l’euro e nulla più’. ‘Comunque e’ probabile che l’euro sopravviva – ha concluso – perche’ la sua dissoluzione sarebbe devastante anche per la Germania’. Per l’Italia Soros ha sostenuto che il presidente del Consiglio, Mario Monti, ‘ sta facendo un buon lavoro, ma ha bisogno del supporto della Ue’. Errore di tutti, all’inizio della crisi, secondo Soros, ‘quello di seguire le teorie economiche, basate sulle regole della fisica newtoniana: utilissima per le scienze naturali, non per una scienza umana, come l’economia, dove entra la soggettività’.
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