Il Duomo è l’indiscusso simbolo di Milano, il monumento che non assomiglia a nessun altro, la cui facciata illumina e riempie tutta la piazza con il suo candore e la sua ricchezza architettonica. Una targa all’interno della cattedrale ricorda la data di inizio della sua edificazione, il 1386, nel luogo dove sorgevano l’antica cattedrale di Santa Maria
Maggiore e la basilica di Santa Tecla.
Nell’anno successivo, il 1387, venne istituita per volere di Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, la Veneranda Fabbrica del Duomo, incaricata della progettazione e costruzione della cattedrale. Tuttora, dopo oltre mezzo millennio, rimane l’ente preposto alla sua conservazione e valorizzazione.
Gian Galeazzo Visconti donò inoltre la cava di marmo di Candoglia, alle porte della val d’Ossola, ad uso esclusivo della cattedrale, per la sua edificazione e i successivi restauri. Questo è uno dei pochi casi al mondo in cui il materiale impiegato per la sua costruzione ha condizionato, e continua a condizionarne, la realizzazione, l’architettura, la statica e, soprattutto, la parte ornamentale di un monumento.
I blocchi di marmo sono pervenuti in città via acqua, attraverso i Navigli, sino agli anni ’20 del secolo scorso, quando si è cominciato a trasportarli su strada. Una curiosità: i blocchi di marmo che viaggiavano via acqua recavano la sigla “A U.F.” Ad usum Fabricae, che stava ad indicare la concessione della Fabbrica del Duomo di scaricare i marmi senza pagamento di alcun balzello, è da qui che deriva l’espressione “a ufo”, vale a dire gratuito, a sbafo.
Il lavoro di restauro e salvaguardia del Duomo è immane ed è facile rendersene conto osservando, anche solo distrattamente, la straordinaria ricchezza architettonica della cattedrale e la sua magnificenza; basti pensare che ha una superficie interna di 11.700 mq e conta oltre 3.400 statue, 55 vetrate istoriate, 150 doccioni e 135 guglie.
Sulla guglia maggiore è stata posta, nel 1774, una statua raffigurante la Madonna Assunta, la cosiddetta Madonnina che da subito è diventata simbolo della città. La statua è alta 4,16 metri ed è realizzata in rame dorato. Una copia a grandezza naturale è esposta all’interno dell’Expo, vicino all’ingresso e al Padiglione Zero. In questo modo i visitatori possono osservare, per la prima volta da vicino, tutti i dettagli della statua, cosa impossibile con l’originale dato che è posta a 108,50 metri d’altezza.
Nei dintorni del duomo, che pullulano di attività commerciali di ogni tipo, segnaliamo in via Spadari al 9, la storica gastronomia Peck, un’autentica istituzione del settore da oltre 130 anni e il negozio dell’altrettanto centenario Noberasco, che da oltre un secolo coltiva la sua passione per la frutta secca.
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